La Corte di Appello di Reggio Calabria, condividendo le argomentazioni formulate dall’ avv. Francesco Capria, ha accolto la richiesta di applicazione della disciplina del reato continuato nei confronti di Mancuso Giuseppe cl. ‘60.
L’accoglimento da parte della Corte reggina è avvenuto a seguito di incidente di esecuzione presentato dal legale di fiducia, il quale aveva evidenziato che le condanne riportate dal Mancuso nel processo c.d. “Decollo” e nel processo c.d. “Grandi Firme”, fossero avvenute nell’ ambito del medesimo disegno criminoso.
L’ avv. Francesco Capria aveva evidenziato che dagli atti relativi ai due processi era possibile cogliere la presenza di quegli elementi oggettivi dimostrativi della sussistenza di un’ unica ed originaria ideazione criminosa nel cui alveo dovevano essere ricondotte le singole violazioni commesse con autonome volizioni.
Il Giudice dell’ esecuzione ha ritenuto fondato quanto evidenziato dal difensore stabilendo esserci unicità del disegno criminoso in quanto ha ritenuto esserci la sussistenza della presenza di quegli indici rilevatori che, in base a quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione, sono dimostrativi dell’ unico programma criminoso.
Pertanto, la Corte di Appello di Reggio Calabria, abbatteva nei confronti del Mancuso la pena riportata nel processo Grandi Firme che veniva rideterminata da otto a tre anni.