Lottiamo uniti per i nostri diritti!
“Siamo giovani, neolaureati, ITP, Docenti del Gruppo Uniti X la terza Fascia che ad oggi conta 2000 utenti, che avrebbero voluto inserirsi in terza fascia, per alcuni la prima volta, in occasione dell’aggiornamento delle graduatorie previste per l’anno 2019/2020. Il blocco delle graduatorie è un duro colpo per i precari lavoratori della scuola. Con due righe, il governo taglia i diritti di milioni di lavoratori che ancora credono nel futuro e nel proprio paese. Siamo ragazzi e ragazze, giovani, padri e madri di famiglia, che amano questa professione e vogliono lavorare. Abbiamo dovuto fare enormi sacrifici e spendere tantissimi soldi per aggiornarci e formarci ai fini dell’apertura della graduatoria 2019/2020. Noi giovani, dopo un percorso universitario, con due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni di ogni genere, conseguite per la suddetta graduatoria, non abbiamo avuto nessuna possibilità d’inserimento, dato che ci è stato letteralmente negato. Alcuni di noi, è dal 2017 che attendono l’occasione per poter entrare nel mondo della scuola. Per un giovane che ha come aspirazione l’insegnamento, ritardare ancora di un anno l’apertura delle graduatorie di terza fascia, significa rimandare ancora un sogno per il proprio futuro, e ancor di più significa dare adito ad un sistema spregiudicato, quale quello delle MAD (messa a disposizione). Dato che il sistema Mad ad oggi, sembra non essere chiaro e oggettivo. Il mancato aggiornamento delle graduatorie di terza fascia per molti precari di vecchia data significa anche, e soprattutto, non poter cambiare provincia. Molti infatti da tre anni insegnano in una provincia lontana dal luogo di residenza, dove spesso hanno famiglia e affetti come nel caso di precari. Cos’altro volete inventarvi? Avere due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni, può bastare per avere accesso all’insegnamento scolastico oppure dobbiamo scontarla ancora? Quindi, le possibilità in Italia sono dettate dalla fortuna o dalla meritocrazia? Non riaprire la terza fascia significa legittimare una mobilità degli insegnanti e non, a costi onerosi senza alcuna tutela. I precari con le Mad vengono chiamati con sistemi opachi, con graduatorie spesso discrezionali e attraverso favoritismi, conoscenze dirette e per periodi così brevi da non garantire la possibilità di un sostentamento dignitoso e neanche l’accesso alla NASPI. Nonostante la nostra preparazione, oggi ci ritroviamo nel limbo del precariato e della disoccupazione grazie ad un ministro che non ci ascolta, non vuole saperne, non si mette nei panni di chi suda ogni giorno a testa alta e con trasparenza per sopravvivere. Per anni abbiamo dovuto subire scelte scellerate a causa di una instabilità di governo che va avanti da anni e cambia le carte in tavola ad ogni mandato. Per anni abbiamo dovuto abbassare la testa e rincorrere le nuove direttive dei vari governi. Siamo stanchi. Ora basta! Siamo cittadini attivi, parte di questa società, e come tali oggi ci presentiamo. Ora vediamo i nostri diritti, quelli inviolabili della Costituzione, disconosciuti. Per questo citiamo gli articoli 4 e 35 della nostra Costituzione: Art.4: “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto …” Art. 35 “ La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni…”.Ora che i nostri diritti sono negati, siamo pronti per lottare a dimostrazione del fatto che, se lasciamo in mano del silenzio la nostra causa, rischiamo di fare il gioco di chi ci vuole schiavi e senza alcuna dignità. Tutto questo sta accadendo anche a causa di coloro che, con la propria indifferenza, ci stanno lasciando in completa solitudine. Gran brutto paese è l’Italia: non solo per colpa dei nostri governanti ma anche a causa degli italioti, quelli che guardano solamente il proprio orticello voltando le spalle al proprio vicino in caso di bisogno, ad eccezione di quando possono trarne benefici di qualsiasi natura, che siano economici o di immagine. In Italia, l’insegnamento è un mestiere sottopagato e con una considerazione molto bassa, provocato dalla struttura burocratica soffocante e non meritocratica che imbriglia anche le migliori intenzioni. Spesso le mortifica. Se gli insegnanti non gettano la spugna, è per la vocazione che nutrono e le soddisfazioni che ricevono dai ragazzi. Non siamo marionette, siamo persone comuni che combattono per i propri sogni e ambizioni. “Il ministro vuole che i docenti debbano fare didattica a distanza obbligatoriamente, attraverso una trasformazione nel modo di insegnare, e noi dovremmo adeguarci e voi no? Ma non doveva essere l’era della digitalizzazione?” La provincia autonoma di Bolzano ha stabilito che la procedura per l’aggiornamento delle graduatorie e i nuovi inserimenti avverrà, pena l’esclusione, tramite pec o mail ordinaria, allegando copia del documento di riconoscimento. La disparità con i nostri colleghi del Trentino Alto Adige non è accettabile, ma soprattutto la questione mette in luce che esiste la possibilità, reale e concreta, di una procedura agile e snella. Quando si vuole agire, non ci sono scuse che reggano. Chiediamo di riaprire le graduatorie 2019/2020 come previsto dal precedente decreto ed elaborarle tramite procedura Sidi e in forma telematica. Per i nuovi inserimenti possono essere valutate diverse soluzioni, ad esempio il riconoscimento SPID o tramite webcam. Il disconoscimento dei nostri diritti è ingiustificato in quanto non si comprende la ragione effettiva per cui i concorsi si espleteranno regolarmente, nonostante l’emergenza sanitaria, e la riapertura delle graduatorie no, dato che non è previsto nessun assembramento di persone e potrebbe essere gestito tutto in modalità telematica. Rammentiamo che questa è l’era della tecnologia. Una tecnologia che fa passi da gigante. Pertanto, è opportuno adeguarsi e aggiornarsi al fine di non rimanere indietro con il rischio di creare ancora più disoccupazione che, per un paese emancipato come il nostro, è imbarazzante.Ci chiediamo se questo governo abbia realmente preso in considerazione le nostre richieste! Gli studenti hanno il diritto di sognare un futuro! I neolaureati hanno il diritto di essere inseriti in una graduatoria dopo anni di studio, altrimenti non lamentatevi se le menti migliori lasciano l’Italia! Chi ha una famiglia ha diritto di chiedere l’avvicinamento il cambio di provincia per poter stare vicino ai propri cari! Gli insegnanti chiamati da MAD hanno diritto di essere tutelati! I precari hanno diritto di essere stabilizzati! I docenti hanno diritto di aggiornare la graduatoria, dopo sacrifici onerosi e tempo speso per la formazione! Gli ITP hanno diritto ad essere riconosciuti! Noi difendiamo i nostri diritti e non ci arrenderemo se il governo non farà un passo indietro.”
Uniti per i nostri diritti!
Saluti da chi non si sente più rappresentato dal proprio governo: Neolaureati
Studenti Universitari
ITP
Precari storici
Docenti terza fascia
La testimonianza di Valentina Calista- “docente precaria”
“Mi chiamo Valentina Calista, ho 36 anni e per l’Italia sono una docente precaria. Dopo aver conseguito due lauree, una in Lettere Moderne e una in Filologia Moderna con 110/110 e lode, un PhD in Italianistica alla University of Reading in Inghilterra, un master in Discipline Socio-Letterarie, Storiche e Geografiche, i 24 Cfu, certificazione linguistica di Inglese C1 e varie altre certificazioni utili al punteggio per la graduatoria, ancora non posso accedere ufficialmente al mondo della scuola e svolgere la professione che amo con tutta la mia vocazione: insegnare Lettere alla scuola secondaria di secondo grado. Non si tratta solo di qualifiche. C’è chi, come me, non può certamente definirsi una neolaureata poiché di esperienza ne ho già acquisita. Sei anni di esperienza in Inghilterra dove ho lavorato come ricercatrice all’Università che mi ha vista impegnata in un dottorato di ricerca e che mi ha dato grandi soddisfazioni: insegnamento, pubblicazioni, conferenze. Per non parlare del perfezionamento della lingua Inglese. Ho lavorato come insegnante di Italiano in varie scuole tra Reading e Oxford. Ho lavorato come figura manageriale in un college di Oxford dove sono stata a contatto con l’ambiente scolastico e la cultura quotidianamente. In Italia, a Roma, ho insegnato in vari Istituti Internazionali e in una scuola paritaria. Scrivo, poco tempo fa è uscito il mio terzo libro. Cosa devo fare ancora per poter essere una insegnante di Lettere nella scuola pubblica italiana? Sono rientrata dall’Inghilterra proprio per accedere alla graduatoria. E ora? Ai posteri l’ardua sentenza.“