Spacciavano protetti dalla videosorveglianza, tre arresti nel cosentino

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Raffaele Merenda, 32enne originario di Roggiano Gravina ma residente a Fagnano è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Fagnano Castello, nel cosentino, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di San Marco Argentano,che hanno dato esecuzione a tre provvedimenti cautelari emessi dal Tribunale di Cosenza nei confronti oltre che di Merenda anche di altri due giovani L.I. e M.D., rispettivamente di 25 e 20 anni,  sottoposti invece alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre giorni alla settimana. I tre sono indagati del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Merenda, era stato già arrestato lo scorso mese in flagranza di reato ed aveva poi patteggiato una pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione.
A carico dei tre indagati risulterebbero gravi indizi raccolti nel corso di una prolungata attività di indagine espletata dagli uomini dell’Arma, sia con attività di tipo tradizionale che tecnico, intrapresa fin dallo scorso anno e che ha consentito, oltre all’esecuzione degli odierni provvedimenti, anche la segnalazione all’autorità competente di 14 persone quali assuntori di stupefacenti e di recuperare complessivamente 120 grammi circa di droga tipo cocaina e marijuana.
In particolare Raffaele Merenda, sulla base della ricostruzione compiuta dagli investigatori, sarebbe responsabile dell’attività di cessione di stupefacente, risalente al luglio 2013, eseguita all’interno della sua abitazione. Al riguardo, gli inquirenti hanno individuato e posto sotto sequestro un sofisticato sistema di videosorveglianza predisposto lungo l’intero perimetro dell’abitazione, verosimilmente secondo gli inquirenti per rendere più agevole l’attività criminosa e “proteggersi” dagli eventuali improvvisati controlli da parte delle forze dell’ordine.
Nei confronti degli altri due individui, sottoposti all’obbligo di firma presso la locale caserma, sono stati raccolti indizi tali da poterli ritenere responsabili di altrettante cessioni di stupefacente in zone isolate del centro abitato fagnanese, ad acquirenti provenienti dai vicini comuni con i quali mantenevano costanti contatti telefonici.

 

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