Ndrangheta e religione, due mondi che dovrebbero essere distanti anni luce, ma spesso si avvicinano, si sfiorano fino al punto certe volte di intrecciarsi. Spesso il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ha denunciato tale situazione, e quanto accaduto ad Oppido Mamertina e riportato dal Quotidiano della Calabria, pur se non la avvalora, di certo non lo smentisce. Il due luglio, durante la processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico si era fermata davanti all’abitazione del boss della ndrangheta Peppe Mazzagatti, 82 anni, ai domiciliari dal 2003 per motivi di salute. Alla testa del corteo, insieme alle persone che portavano la statua della Madona, erano presenti anche amministratori locali ed alcuni sacerdoti, ed è stato proprio nel momento in cui la processione si è fermata davanti all’abitazione di Mazzagatti che i carabinieri, guidati dal maresciallo Andrea Marino hanno preso una decisione eclatante, abbandonare immediatamente il corteo per protesta.
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, il colonnello Lorenzo Falferi ha spiegato il perchè di tale gesto «Il maresciallo dei Carabinieri di Oppido Mamertina, Andrea Marino, si è scostato rispetto alla processione per compiere gli atti di polizia giudiziaria, ovvero per poter con una telecamera il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto». Prevedibile il vespaio di polemiche sollevato e puntuali gli interventi del mondo della Chiesa e di quello della politica, il vescovo della Diocesi di Oppimo-Palmi, monsignor Francesco Milito ha annunciato che verranno presi provvedimenti, mentre la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha telefonato al maresciallo Marino per ringraziarlo per «la lealtà alle istituzioni e il senso dello Stato».
