Deputati Pd: è notoria l’avversione che il Movimento 5 Stelle ha sempre manifestato nei confronti degli LSU-LPU calabresi

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E’ notoria l’avversione che il Movimento 5 Stelle ha sempre manifestato nei confronti degli LSU-LPU calabresi.

Se non ci fosse stato l’impegno del PD per l’approvazione della norma nella legge di stabilità, i precari calabresi non avrebbero potuto contare sulla copertura finanziaria degli arretrati e sulle risorse finanziarie necessarie per avviare il percorso di stabilizzazione.

Altro che “un maledetto imbroglio” come ebbe a definire a suo tempo questa norma, l’on. Nesci.

Non può che farci piacere che oggi, addirittura sia lei stessa a riconoscere che, solo in virtù dell’attuazione di quella norma, sarà possibile soddisfare le legittime domande dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità calabresi.

Basta, allora, con la demagogia e la strumentalità.

Non si può riconoscere a giorni alterni e a seconda le convenienze elettoralistiche i diritti di questi lavoratori.

I lavoratori non dimenticano, infatti, che l’on. Nesci ed il Movimento 5 Stelle in parlamento hanno votato,  insieme alla Lega e a Forza Italia, sempre e sistematicamente contro tutti i provvedimenti legislativi e persino contro le mozioni parlamentari destinati alla risoluzione della vertenza degli LSU-LPU calabresi.

Come deputati del PD abbiamo sollecitato e ottenuto che la Ragioneria dello Stato emanasse il 3 luglio scorso il decreto per la liquidazione dei 25 milioni di euro destinati a coprire le spettanze arretrate.

Ora dovrà essere la Regione a fare la propria parte sia per il pagamento degli arretrati che per l’attivazione delle procedure di contrattualizzazione.

L’on. Nesci non può, pertanto, utilizzare la fondata critica alle inerzie ed alle omissioni della Amministrazione Regionale per una polemica fuori luogo nei confronti del PD.

Non si fa un servizio alla democrazia se, ad ogni costo, si fa prevalere una indecente propaganda politica a danno dell’interesse e del diritto dei lavoratori.

 

Enza Bruno Bossio

Bruno Censore

Ferdinando Aiello

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