Riceviamo e pubblichiamo
I partiti ed i gruppi politici della sinistra palmese, in riferimento al p.s.c. – denunciano procedure, dati e circostanze del tutto anomale che profilano uno scenario inquietante e lesivo degli interessi generali della collettività, così come emerge dalle seguenti circostanze:
Si deve riaffermare quanto già segnalato in un precedente comunicato avuto riguardo all’iter procedurale e si sottolinea come nessuna attività di ricerca da parte comunale sia avvenuta sulla “rinunzia” dei precedenti tecnici incaricati; in esito alla quale si è preceduto ad un incarico interno. Incarico che induce a forti perplessità (atteso che solitamente l’Ente Comune, allorché si controverte di strumenti urbanistici, affidasi sempre a tecnici esterni e non locali); ma anche perché il tecnico incaricato ha nominato quali propri consulenti delle professionalità esterne ( vedesi ingegnere ed architetto – sempre di estrazione locale ) pur essendo dotato l’Ente nel proprio organico di identiche figure professionali. Peraltro va segnalato come l’Ingegnere – consulente non poteva neppure essere nominato in quanto, al momento della nomina ed a tutt’oggi, si trovava e trovasi in una situazione di incompatibilità, non essendo ancora trascorso il termine quinquennale dal collocamento in quiescenza presso lo stesso Comune di Palmi.
2. Tuttavia la censura più grave che viene mossa al P.S.C. è da ravvedersi nella mancanza di pubblicità e di trasparenza dell’iter amministrativo nella sua interezza. Pare superfluo – ai limiti della scontatezza – evidenziare come l’iter formativo del Piano Strutturale Comunale richiede oggettivamente, e per intuibili ragioni, il massimo livello di partecipazione e di trasparenza, consentendo non solo agli Organi comunali ma anche al popolo nella sua interezza la partecipazione al disegno anche di tipo, ma non solo, urbanistico del futuro della città. Ed allo scopo sono previsti una serie di atti che consentono un esercizio massimo di partecipazione- controllo. Nulla di tutto questo è stato attuato, poiché non risulta essere stata pubblicizzata la bozza approvanda prima dell’invio all’Ente Regione ed al Genio civile. Anzi, quest’ultima, per stessa ammissione degli Organi comunali, risulta essere stata secretata. Ma vi è più, non pare risulti in atti, e ove sussistente si chiede di indicarne le coordinate, alcun atto deliberativo di Giunta Municipale che abbia approvato la proposta di P.S.C. e che abbia, come peraltro è doveroso, accompagnato la nota di richiesta di approvazione del Genio Civile. In ogni caso, ove questa delibera esista, la secretazione della medesima – mai pubblicata all’albo – ne comporta l’assoluta inesistenza giuridica. Sicché anche l’atto di approvazione del Genio Civile, ove dovesse essere confermata tale circostanza, appare del tutto anomalo.
3. Ma vi è più, la secretazione risulta sancita anche da un atto, a firma del Sindaco, del Presidente del Consiglio Comunale e dall’Assessore al ramo. L’accesso alla bozza, bontà loro, veniva consentita solo ai Consiglieri assistiti da tecnico della stessa Amministrazione comunale (con la immaginabile terzietà appartenendo agli stessi uffici che l’avrebbero redatta) non già ds un proprio tecnico di fiducia.
Successivamente, nell’imminenza del consiglio comunale, ad ogni singolo Consigliere si forniva una copia su CD– Rom contenente n. 18 tavole “protette”, nel senso cioè che è stata preclusa la stampa, con oggettiva impossibilità di studio, in un raffronto generale, e di verifica anche catastale delle ditte che hanno avuto una rivisitazione dal Piano in senso migliorativo o peggiorativo. In sostanza appare impossibile e precluso il rapporto catastale con la titolarità dei terreni e dunque, si giunge alla trattazione in Consiglio Comunale, nell’oggettiva impossibilità di verificare l’esistenza di puntuali situazioni di incompatibilità e di conflitto d’interesse.
Va ancora rimarcato come la secretazione degli atti, la limitazione ai Consiglieri comunali con CD- Rom protetti, la mancanza di un atto deliberativo proponente al Consiglio da parte della G.M.; l’indizione di un Consiglio comunale “straordinario” senza alcuna motivazione o legittimazione, la mancanza di pubblicità popolare ed i tempi insolitamente brevissimi, non consentono, neppure allo stato degli atti, una valutazione esaustiva del piano proposto, tant’è che consiglierebbero, quanto meno, una tempistica di approvazione meno celere preceduta da un’attività preliminare di informazione ai cittadini e senza che la proposta di Piano sia stata mai esibita nei dibattiti pubblici, neppure a quelli riservati ai tecnici di settore. Da segnalare al proposito la protesta, anche rituale, di più tecnici che hanno evidenziato, senza esito, la mancanza di tale preventiva produzione.
4. Al di là dell’oggettiva compressione del diritto di partecipazione e controllo del Consigliere comunale, è evidente la lesione del cittadino non Consigliere titolare uti cives, di tale potestà. Alla cittadinanza, alle forze politiche, alle associazioni, alle rappresentanze sociali ed al singolo cittadino andava invece garantito il diritto a prendere visione della bozza di piano, rendendola facilmente accessibile e direttamente consultabile (anche con l’ausilio di propri tecnici di fiducia) nell’apposito albo istituito preso gli Uffici comunali, con la previsione di un congruo termine per la valutazione. Un diritto alla partecipazione il cui esercizio andava garantito ed incoraggiato e non già precluso ed impossibilitato.
5. Il vulnus della partecipazione popolare si evince direttamente dalla mancata costituzione dell’Organo consultivo con i rappresentanti delle forze sociali ed economiche previste espressamente dalla legge regionale n°19/02 e dalla mancata istituzione dei “Laboratori di partecipazione” con i cittadini previsti dall’art. 11 della stessa L.R. n°19/02, così come modificata dalla L.R. n°14/06. Istituti quest’ultimi obbligatori la cui omissione ovviamente rende nulla ogni attività successiva.
6. Va ancora evidenziato come in tema di INCOMPATIBILITA’ e della deliberazione consiliare si è occupato in via generale l’art. 78 della L. n°267/2000 c.d. T.U. sugli Enti Locali, il cui secondo comma testualmente prevede “Gli amministratori di cui all’articolo 77, comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado”. Da detta normativa evincesi come per l’approvazione dei piani urbanistici, seppur annoverati tra i provvedimenti di carattere generale, in caso di specifici interessi dell’amministratore o di parenti ed affini fino al quarto grado, sussista l’obbligo di astensione. Ne consegue, pertanto, come in via preliminare il Presidente del Consiglio comunale debba interpellare i Consiglieri comunali presenti sulla mancanza o meno di posizioni di incompatibilità ed assumerne a verbale la dichiarazione in esito, con valore fideifacente iuris de iure, in quanto autocertificativa. Detta condizione appare assolutamente preliminare e necessaria. Peraltro va ribadito come la giurisprudenza imponga non soltanto l’obbligo della dichiarazione e dell’acquisizione della medesima ma imponga, a pena di nullità dell’atto, la mancata presenza in aula del Consigliere comunale in situazione di incompatibilità.
L’analisi e lo studio degli elaborati di piano, che nelle circostanze date non può che essere approssimativa, è tuttavia sufficiente ad alimentare forti dubbi circa la razionalità e l’imparzilità di molte scelte inerenti la zonizzazione del territorio. Scelte che sembrano molto più funzionali all’interesse di privati che non a quelli della collettività. Tuttavia, data l’imminenza della trattazione in Consiglio Comunale e data l’impossibilità temporale e procedurale di effettuare gli opportuni approfondimenti riteniamo corretto e doveroso rinviare di qualche settimana la trattazione di queste preoccupanti questioni di merito.
Per quanto sopra esposto, in tempi così brevi – e senza la preventiva ed obbligatoria consultazione popolare, non solo impedita per la mancata nomina delle apposite commissioni, per la mancata pubblicità, per la dichiarata secretazione, per la limitata produzione ai Consiglieri comunali, per la mancanza (a quel che dato di conoscere) di un’apposita deliberazione di Giunta municipale proponente, per le palesi violazioni di ordine procedurale e, in sostanza, per un incedere non conforme a quanto previsto dalle LL. RR. nn. 19/02 e 14/06-, le Forze politiche tutte ed in particolare quelle di minoranza, non hanno avuto gli strumenti e le condizioni temporali per poter esprimere una valutazione di merito sulla proposta di PSC. Cosa di fondamentale importanza avuto riguardo alla ricaduta essenziale della decisione sul PSC, ai riflessi diretti sul piano di sviluppo ed alla ricadute immediate sui provvedimenti di blocco, anche all’attività edilizia, in ragione della immediata vigenza delle norme di salvaguardia.
Invitano pertanto il Sindaco, la Giunta comunale ed i Consiglieri a porre in essere tutta l’attività prodromica all’approvazione del Piano in via rinnovata ed in conformità del disposto della normativa regionale che in atto risulta violata, per come sopra significato, ed ancora ad astenersi dalla approvazione del piano nella seduta del 31.07.2014, ripristinando principi di stretta osservanza del disposto normativo, trasparenza e partecipazione.
I PARTITI ED I GRUPPI POLITICI DELLA SINISTRA PALMESE, INVITANO ALTRESÌ I CONSIGLIERI COMUNALI D’OPPOSIZIONE AD ASSUMERE TUTTE LE INIZIATIVE OPPORTUNE PER UN RINVIO DELLA TRATTAZIONE, CONSENTIRE IL DOVUTO APPROFONDIMENTO DELLE QUESTIONI ED EVITARE I RISCHI CHE SI FACCIA UN ULTERIORE SCEMPIO DEGLI INTERESSI GENERALI DELLA COLLETTIVITÀ CITTADINA.
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’
LIBERTA’ E DIRITTI – SOCIALISTI EUROPEI