Reggio Calabria – Una giornata di lavoro e di divertimento. Momenti scanditi da curiosità, impegno e voglia di fare, oltre che di conoscere. E’ passato così un altro giorno della settimana del Laboratorio di Riace 2014 “Diritti, legalità e immigrazione” promosso da Cgil Rc-Locri, Spi Cgil Rc-Locri, Flai Cgil Rc-Locri, Arci-Comitato territoriale Rc e Libera e che si svolgerà sino al 2 agosto prossimo presso il Paese dell’Accoglienza.
Nel piccolo paese calabrese, i ragazzi di Avellino e di Bologna – insieme con i pensionati dello Spi Cgil Reggio Emilia – hanno “lavorato” con gli “strumenti del mestiere” forniti dal Comune e hanno ri-sistemato il piccolo campetto di calcetto della scuola elementare di Riace: “Abbiamo impastato il cemento, ricostruito un gradino, piallato e coperto le buche; abbiamo pulito le porte agli angoli del campetto e tolto le erbacce. Adesso – raccontano con entusiasmo parlando del loro lavoro – manca la parte finale: pulire e ri-pitturare il muro alle spalle del campetto e capire, quindi, che tipo di Murales disegnare”.
Tutto questo perché il laboratorio di Riace è improntato a far entrare “attivamente” i ragazzi nella vita del Paese, lasciando un segno tangibile della loro presenza così com’è accaduto l’estate scorsa, quando i giovani provenienti dal Trentino, presso il borgo del Paese, dipinsero murales colorati e ricchi di significato.
L’esperienza del Campo è quindi di informazione, formazione ma soprattutto partecipazione. Con questo spirito, i ragazzi e i pensionati sono stati accolti a Roccella, dove hanno preso parte a Roccella dei Popoli in Festa. Un’iniziativa comunale che li ha visti coinvolti non solo in quanto spettatori ma anche in quanto attori di una forma di comunicazione diversa: “Abbiamo discusso, ci siamo confrontati con altre culture, etnie diverse portatrici di valori importanti. Abbiamo ballato insieme con le comunità etniche che partecipavano alla manifestazione e con i cittadini di Roccella. Abbiamo suonato inglobandoci al programma del gruppo musicale africano”.
Nel corso dell’iniziativa si è svolto anche il confronto-dibattito sul tema dell’integrazione a cui sono intervenuti diversi esponenti del mondo istituzionale, sindacale e associazionistico. Un confronto aperto, a cui ha dato il suo prezioso contributo,anche un ragazzo del campo di Riace.
Giovanni ha portato non solo la sua testimonianza, vissuta in prima persona, riguardo alla realtà di Riace e al processo di integrazione portato avanti in questo paese, attraverso il principio democratico della partecipazione.
Ma l’intervento del giovane partecipante al Campo di Riace è andato anche oltre. Perché dal tema dell’integrazione passa necessariamente quello del confronto, un confronto che è conoscenza dell’altro. Dal rispetto dell’altro passa il rispetto dei diritti.
Diritti che valgono anche per l’immigrato giunto in Italia dove, negli ultimi anni, c’è stato”un processo di criminalizzazione e ghettizzazione, oltre che – attraverso la legge Bossi-Fini – di marginalizzazione, perché è aumentato il fenomeno della clandestinità”.
Per Giovanni, “in un mondo globalizzato dove il capitale viaggia liberamente e sussistono ancora barriere fisiche per intere popolazioni, è necessario ritornare al territorio, ad ascoltarlo, a dare il via a processi inclusivi che facciano rete e contrastino le pratiche di sfruttamento e l’individualismo”.
Fare rete, sistema. Come ciò che è avvenuto ieri a Roccella e che questi giovani hanno vissuto:
“Ci siamo sentiti parte del Borgo che è bellissimo, caratteristico e ricco di tradizione. Lungo le vie che abbiamo percorso, ci siamo sentiti parte di un qualcosa di importante; di una manifestazione che è servita davvero a unire”.
Sulla stessa linea, si sono espressi anche i pensionati dello Spi Cgil Emilia Romagna: “Per noi, è stata una bellissima esperienza. Abbiamo conosciuto una realtà come Roccella e il suo Borgo e abbiamo davvero apprezzato la manifestazione. E’ stato un momento di incontro e di confronto. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla grande partecipazione sia da parte degli abitanti, sia da parte delle comunità straniere presenti: una ricchezza in termini materiali e immateriale che c’era in ogni stand”.