Il Generale del fashion made in Italy ha un cuore calabrese

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Quella di Michele Martoglio in arte Michele Rossi è una di quelle storie vere  che lasciano un segno indelebile e sposa un concetto in primis.” Condividere e apprezzare quello che si ha, ma non quello che si vorrebbe avere  facile da dire ma serve estrema caparbia e pazienza da eseguire”. Parte proprio da questo il suo segreto se vogliamo dire e riesce in poco tempo ad avere una sua ascesa senza precedenti. Figlio di emigranti Calabresi  arrivati in Toscana nel 1965. Lui ha poca voglia di stare sui libri, molto tempo trascorso per i boschi e le campagne che circondavano la sua casa. C’ era una realtà di indigenza dove lui era costretto a vestire abiti usati. In particolar modo una bellissima ragazza  gli regalava i vestiti dismessi di suo marito. Un giorno, all’età di 14 anni, con in tasca la sua prima paga ricevuta da un ortolano al quale aveva dato una mano, si è recato in un negozio per comprarsi una maglietta Fruit of the Loom e un paio di Jeans Fiorucci. Ma i soldi non erano sufficienti, e quando disse alla commessa che gli avrebbe riportato il giorno seguente i soldi mancanti, lei andò a chiamare la titolare della boutique. Dal retro del negozio apparve  lei: la ragazza che gli donava i vestiti. Da quel giorno inizio quel percorso che da li, lo avrebbe portato a far riecheggiare il suo nome nelle valli più disparate dove il fashion made in italy avrebbe trovato la sua location. Iniziò  a frequentare il negozio, qualche anno dopo ne era diventato il commesso, per poi fare rappresentante, vetrinista, direttore commerciale, ed infine stilista per molti marchi internazionali. Il ruolo fondamentale lo gioca la collaborazione quinquennale  a fianco di Remo Ruffini presidente adesso di Moncler s.p.a, con lui ha portato avanti lo splendido progetto Coast Weber, periodo questo che  ha fatto scaturire notevolmente le sue capacità innate , la vicinanza di Remo il quale veniva reputato veramente un instancabile ed eccezionale creativo costantemente alla ricerca di dare un nuovo sinonimo alla definizione di  modernità ,fino alla realizzazione del sogno: una azienda propia. Il 2006 sancii la nascita. La neo-nata Femme, una collezione che già dalla prima stagione si era collocata nella Top Ten delle migliori boutique d’Italia. Come nasceva l’idea? Da sempre la sua donna effige di grandezza  ha amato vestire non seguendo i dettami della moda, ma di gusti e stili ne ha fatto un mix. Una donna “volutamente trasandata” che indossa la field  jacket su pantaloni di grisaglia o la giacca classicissima su jeans strappato, senza mai rinunciare a un tacco acrobatico. Insomma che ricerca il pezzo giusto, senza preoccuparsi  di griffe o tendenze. Ha visitato e continua a visitare, tutti i mercati militari  del globo e il militare divenuto poi raffinato, femminile, dai tagli sartoriali e la buona vestibilità era ormai divenuto  il suo cavallo da battaglia.

 Alle sue collezioni nel tempo ha dato una diversa evoluzione,  combinando la pelliccia, il jeans, l’abbigliamento donna sofisticato, sempre comunque traendo ispirazione dal vintage. Le caratteristiche che accomunano le sue collezioni sono Il cuore con la “C” maiuscola. Non ha mai accettato consulenze dove non intravedeva  una strada scorrevole e lineare. A lui interessavano  le collezioni vere, che raccontavano una storia vera. Sul suo primo sito web si suonava l’inno nazionale italiano  perché si sentiva e si sente un Italiano vero, fiero del suo paese e rispettoso delle regole con un amore indiscusso sul gentil sesso che da vita ai suoi capi facendo la differenza. Gli abiti militari sono un altro amore indelebile e rispetta chi li ha indossati, mai favorevole alla guerra. Perché sui  capi appare ricorrente la scritta “LOVE”. Con le sue collezioni il messaggio ricorrente è l’ amore in generale, per le persone, per la natura, per la nostra nazione. Probabilmente quando si lavora con amore, questo messaggio è intrinseco nel prodotto stesso. L’attenzione per il particolare, il ricamo, il dettaglio sono caratteristiche peculiari nelle sue collezioni. I V.I.P che gravitano nelle boutique, tengono le sue linee, sono i primi ad accorgersi dei suoi capi  in grado di coglierne qualità e originalità. I paesaggi ricamati sui suoi capi sono quelli del suo senno che viaggia nella notte dei tempi, i villaggi, la campagna della sua infanzia contadina, i suoi giochi da bambino, il volo delle farfalle. I suoi eroi sicuramente sono  i suoi genitori, che ha perso all’età di 20 anni. Loro hanno insegnato a riconoscere la felicità nelle piccole cose. I suoi eroi sono anche coloro che non si fanno coinvolgere dal lato più superficiale del mondo della moda cioè che preferiscono mangiare una pizza in laboratorio circondati da mille prove stile, piuttosto che andare ad un party del settore. Dalla narrativa riconosciamo un segno distintivo  facendo scaturire una ricorrente definizione: tutto il male non era arrivato per nuocere; destino aberrante che aveva colpito l’ audace Michele che dall’odorare la terra cogliendone l’ essenza migliore  con la fortuna di nascere umile ne aveva fatto una sinergia che dal piccolo adolescente curioso di carpire cosa ruotasse nel globo è divenuto in poco tempo l’ uomo che del  Fashion ne ha fatto una corrente ma nello stesso tempo non aveva mai azzardato dopo un volo planato di mettere i piedi su terra ferma perché  sapeva  benissimo le sue origini. Uomini  come Michele Rossi sono quelli  che hanno già fatto la storia e sono pronti a donare  se stessi pur di sapere che si operi a fin di bene, molto generoso  ha un cuore pulsante e come ogni “Generale”, sa cosa differenzia il bene dal male. Forza e Onore.

Giuseppe Ierace 

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