Imbesi si identifica nelle dichiarazioni di Gabrielli: “un sindaco che non adempie alle funzioni di protezione civile deve togliersi la fascia”
I Comuni sappiano inondare di valore la realtà di Protezione Civile, e lo facciano attraverso l’attuazione delle disposizioni impartite in materia dalle Regioni e dalle Prefetture, nonchè recependo e facendo proprie le segnalazioni provenienti dalle varie Associazioni di volontariato.
E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’Avv. Filomena Falsetta, Responsabile dell’Ufficio Stampa del Maoxseddd – Movimento Associazioni Operatori per la Sicurezza in merito allo stato di allerta che in questi giorni ha riguardato alcune regioni del Sud Italia, tra cui la Calabria.
Doveva essere superfluo ciò che invece è divenuto, purtroppo, indispensabile rammentare che i Sindaci sono le uniche autorità comunali di protezione civile, e, pertanto, responsabili di tutte le attività ed operazioni ad essa connesse.
Ciò significa che spetta ai Sindaci favorire la formazione, l’aggiornamento costante e l’applicazione della pianificazione e della programmazione ai vari livelli, con un’attività strettamente legata alla prevenzione, previsione, gestione e ricostruzione dell’emergenza; spetta ai Sindaci assumere la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite; spetta ai Sindaci provvedere agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al prefetto e agli organi regionali.
E, sull’argomento, non possono mancare, naturalmente, le dichiarazioni del Segretario Generale Nazionale del Maoxseddd Antonello Imbesi, già intervenuto in svariate sedi.
Un Sindaco – afferma Imbesi richiamando ed identificandosi nelle dichiarazioni rilasciate dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Franco Gabrielli -, che non si dimostra capace di adempiere alle funzioni di Protezione Civile, deve togliersi la fascia, in quanto la Protezione Civile non è una delega, ma è l’essenza stessa dell’essere Sindaco.
Duole aver dovuto constatare – continua -, che alcuni Comuni del territorio calabrese si sono preoccupati di istituire soltanto sulla carta un “servizio comunale di protezione civile”, trascurando, invece, di renderlo “vivo” e “dinamico” attraverso l’impiego dei responsabili delle funzioni di supporto e degli addetti alla struttura, l’emanazione delle ordinanze per gli interventi di somma urgenza la messa a disposizione i mezzi e gli strumenti necessari, l’attivazione delle procedure di utilizzazione dei volontari attraverso il loro coordinatore operativo, l’indicazione delle modalità di finanziamento dell’attività e delle modalità organizzative del C.O.C, e del C.O.M., la garanzia dell’informazione nei confronti delle istituzioni e della popolazione al configurarsi dell’emergenza.
E’ toccato invece, ancora una volta, al Maoxseddd e ai suoi Volontari Garibaldini del Capitano Ultimo sopperire a tali deficienze attraverso una condotta irreprensibile ed impeccabile, nonostante la carenza di qualsivoglia contributo o risorsa economica e, pertanto, – conclude Imbesi – nonostante l’assoluta inosservanza dei criteri che sottendono alla disciplina dei rapporti fra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni di volontariato, e a cui dovranno imparare ad uniformarsi, d’ora in poi, anche gli enti locali.