L’on.le Luigi Lacquaniti dopo la visita effettuata presso il carcere di Palmi ha presentato un’interrogazione ministeriale per chiedere quali misure intendano adottare i Ministri competenti per ovviare al grave stato di carenza di personale addetto alla sorveglianza dei detenuti della Casa circondariale di Palmi e per ripristinare il servizio di sentinella notturno;quali misure intendano adottare per vigilare sullo stato di cura e salute dei detenuti della Casa circondariale di Palmi e ripristinare appieno l’assistenza sanitaria all’interno della struttura.Di seguito il contenuto integrale della nota stampa
“Il 15 agosto, approfittando della pausa estiva, ho visitato la Casa circondariale di Palmi, mia città d’origine, in provincia di Reggio Calabria, accompagnato dalla Dott.ssa Domenica Sprizzi.
Ho riscontrato grande disponibilità da parte della direzione e del personale carcerario, pure gravemente sottorganico.
La Casa circondariale di Palmi conta una trentina di detenuti in sovrannumero, ma ciò che preoccupa è l’importante mancanza di personale di guardia, cosa che ha facilitato, non molto tempo addietro, l’evasione di un detenuto poi ritrovato.
Qualche tempo fa, a Rossano (CS) un assistente capo della Polizia penitenziaria si è suicidato nella caserma del carcere utilizzando la pistola d’ordinanza. E qualche tempo prima nello stesso carcere calabrese un altro agente della Polizia era salito sul tetto per protestare contro l’Amministrazione penitenziaria.
La difficile situazione del sistema penitenziario in Calabria è legata alla patologica carenza di organico, dove si vivono oltre ai problemi di adeguamento delle strutture alle recenti normative, anche quelli legati ad una gravissima situazione di organico. Ci sono strutture carcerarie in cui gli agenti di Polizia penitenziaria non fruiscono del previsto riposo settimanale, e il personale è costretto oramai da troppo tempo ad effettuare circa 50 ore di straordinario mensile per sopperire alle serie carenze di organico.
In Calabria, dove la legalità ed il rispetto delle regole devono valere per tutti prima di tutto, si vive un paradosso: un’Amministrazione Penitenziaria, che a causa della seria carenza di organico, registra la crisi di un sistema che deve rivendicare la legalità come l’unico valore in grado di costituire un modello contro la ‘ndrangheta.
Su tali presupposti ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero della Giustizia congiuntamente a quello della Sanità, poiché ritengo che le condizioni di sicurezza del carcere di Palmi, vista la presenza al suo interno di detenuti riconducibili a famiglie e clan mafiosi, siano urgentemente da ristabilire, sia per i detenuti che per il personale, ma anche per la cittadinanza che abita nei dintorni della struttura.
L’articolo 27 prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Prevedere percorsi di reinserimento, offrire alternative di vita e di modelli possibili all’illegalità, è questa la missione che gli Istituti di pena nel nostro Ordinamento giuridico dovrebbero perseguire, e i diritti delle persone detenute e del personale di Polizia penitenziaria è per tutti quelli che affermano la legalità come valore assoluto, l’unico capace di ridare dignità ad una terra devastata da sistemi corrotti e illegali.
La Casa circondariale di Palmi è strutturalmente in buone condizione, la manutenzione effettuata è sufficiente. Tuttavia a seguito di un guasto nel 2010, le attrezzature biomedicali e diagnostiche sono state danneggiate e finora non ne è stato ripristinato appieno il funzionamento: lo studio dentistico e l’ambulatorio funzionano in modo ridotto, mentre il laboratorio radiologico e oculistico non funzionano, obbligando, in caso di necessità, il detenuto e il personale di sorveglianza a onerosi e rischiosi trasferimenti. Onerosi per tutta la cittadinanza e rischiosi poiché è statisticamente più semplice programmare un’evasione durante i trasferimenti, che non dalla struttura stessa della Casa circondariale.
Un detenuto rieducato è un investimento verso tutta la società, che domani si troverà ad avere un cittadino, capace di contribuire alla crescita economica, sociale e culturale del Paese, anziché un recidivo incapace di agire nella società stessa, se non con strumenti prevaricatori e contrari alla legge.
In Italia abbiamo ancora molto lavoro da fare in questo ambito, sia a livello legislativo che culturale ed io mi impegnerò affinché il rispetto della nostra Carta Costituzionale guidi ogni azione parlamentare e governativa indirizzate al miglioramento del nostro sistema detentivo.”
On. Luigi Lacquaniti (Libertà e Diritti – Socialisti europei)