Tilde Minasi al fianco dell’Adda su problema scuola per ragazzi diversamente abili

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Di seguito nota stampa del consigliere regionale Tilde Minasi

Non possiamo che accogliere con preoccupazione l’appello che l’Adda (Associazione Difesa Diversamente Abili) ed il suo presidente Vito Crea stanno lanciando da giorni a mezzo stampa sulla seria problematica della tutela dei ragazzi meno fortunati i quali, in ambito scolastico, si trovano senza servizi adeguati a quelle necessità che quotidianamente esprimono. 

L’Associazione, legittimamente, manifesta seri e fondati timori per la condizione che, in molti comuni della Piana di Gioia Tauro, questi allievi andranno a vivere per la durata dell’intero anno scolastico: situazione che potrebbe gravemente offuscare un diritto sancito dalla costituzione. 

L’integrazione dei soggetti diversamente abili e la giustissima pretesa di poter svolgere il compito di studenti a tutti gli effetti, rappresentano un cardine basilare sul quale misurare il valore di una società che intende definirsi civile. 

Bene ha fatto il sodalizio di Crea a denunciare, ad alta voce, un disagio non tollerabile per i ragazzi e le loro famiglie richiamando chi di dovere alle proprie responsabilità. Sebbene si registri, in via generale, una carenza ormai nota di trasferimenti statali a tutti i livelli istituzionali e quindi ci si trovi dinnanzi ad un’insufficienza che, a cascata, parte dallo Stato centrale ed arriva agli organi periferici, bisogna ricordare che esistono, tra i cittadini, delle esigenze particolari che devono essere soddisfatte (così come stabilito dalle leggi) dalle amministrazioni locali al di là dell’accredito di somme dovute da altre realtà pubbliche (fondi, tra l’altro, a volte erogati e non spesi dai comuni, così come sottolinea la stessa Adda). 

Le norme vigenti, infatti (in primis la legge 104/92) impongono un’assistenza specialistica da effettuare reclutando profili professionali specifici: step che diverse amministrazioni municipali della provincia reggina ancora non hanno compiuto. Comuni che, inoltre, hanno l’obbligo normativo di garantire i servizi essenziali, ad oggi palesemente a rischio, attingendo risorse dai propri documenti finanziari. 

Pur comprendendo le difficoltà economiche a tutti note degli enti locali, auspico francamente che si operi in maniera sinergica ed oculata per rimuovere questi ostacoli e dare risposte concrete ad un fascia di cittadinanza che, più di altre, ha bisogno di sostegno e protezione affinché il loro ruolo all’interno dell’assetto sociale sia ben definito proprio attraverso le azioni di chi deve promuovere percorsi di integrazione e garantire una migliore qualità di vita. 

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