Riceviamo e pubblichiamo
Egregio Larussa
Abbiamo più volte risolto delle situazioni difficili attraverso l’intervento e la mediazione diplomatica della Commissione di conciliazione, l’abbiamo fatto nel totale rispetto dei ruoli e delle regole esercendo le nostre competenze, per trovare quelle soluzioni capaci di garantire una legittimità e una continuità non solo all’occupazione ma anche all’immagine dell’occupazione. Proprio per quella conoscenza che esiste tra noi quanto accaduto mi lascia esterrefatto, per una realtà che stravolge le basi dei rapporti eliminando la libertà di dialogo e di difesa dei propri diritti. Mi riferisco ad una comunicazione da te firmata in data 14 luglio c.a. successivamente corretta a penna al 19, protocollo 12851, per la convocazione alle ore 09,00 del 28/7 per il tentativo di conciliazione promosso dalla SACAL nei confronti di un suo dipendente. La raccomandata è arrivata a Lamezia il 30 Luglio come da timbro postale ed è stata consegnata all’interessato il 31 dello stesso mese con regolare ricevuta. Ovvero, caro Larussa, circa quattro giorni dopo della data stabilita per la conciliazione, eppure la città di Lamezia è a pochi km da Catanzaro, non è di certo una località sperduta tra i monti, o sistemata in un isola del pacifico o in un lontano deserto africano. Questa astrusa anomalia ha permesso alla stessa SACAL, in data 31 luglio, di licenziare il dipendente alludendo alla mancata comparizione e, conseguentemente, all’impossibilità di esperire il tentativo di conciliazione. Stranamente la lettera di licenziamento porta la stessa data della ricevuta raccomanda di convocazione, quella per intenderci arrivata fuori tempo massimo per usare un termine ciclistico. La situazione assurda è una sequenza documentata che non può essere annullata da infingimenti o diversificazioni. Non metto in dubbio la tua serietà professionale e la tua onestà, ma, consentimelo, qualche cosa di poco chiaro emerge pesantemente e in modo negativo dalla successione degli avvenimenti, pretendo, quindi, a nome del dipendente e di tutta la classe lavorativa, una risposta pubblica e un chiarimento concreto . Da quanto risulta, sempre per la comparazione delle date e per la strana velocità di tempistica con cui la società ha proceduto al licenziamento, ci chiediamo, se nei confronti dell’ente è stato utilizzato un diverso trattamento per essere presente giorno 28 luglio. Due tempi, due pesi e due misure? Come mai? Amico Larussa, per favore, cerchiamo di non prenderci in giro, siamo grandi, vaccinati e non crediamo più alle favole.
Tralasciando l’amarezza e le note critiche, che restano comunque vivide nella mente, ti chiedo quale può essere la prossima mossa da parte tua come protagonista e Presidente della Commissione? E’ chiaro che i fatti non si possono chiudere in questo modo tacendo su quanto avvenuto, anche perché c’è la brutta realtà della perdita del posto di lavoro. Il tutto lascia pesanti ombre sulla limpida gestione, solitamente imparziale, della Commissione e sulla stessa direzione provinciale del lavoro. Resta una sola via realizzabile che non comprometterebbe la struttura che rappresenti, al contrario rivaluterebbe la sua imparzialità, la serietà e la severità,ovvero il riconvocare le parti invitando la Società Handling ad annullare il licenziamento e ripercorrere la prassi del confronto democratico e bilaterale come avrebbe dovuto avvenire in quel fatidico 28 luglio. Concludo invitandoti ad una valutazione per agire nel rispetto del futuro e della correttezza sociale.
Gianfranco Turino
UGL Federazione del Trasporto Aereo Calabria
Settore Ricerche, Studi e Programmazione