Riceviamo e pubblichiamo
La SLC CGIL Calabria da mesi denuncia con fermezza disservizi e anomalie gestionali che spesso superano i confini della legalità. Nonostante diverse siano state le denunce ed i tentativi di confrontarci con i vertici regionali di Poste Italiane per porre un freno a queste situazioni, nulla è cambiato, anzi in molti Centri di smistamento la situazione è peggiorata.
Ultimamente, solo in ordine di tempo, avevamo segnalato che in quasi tutti i centri di recapito della Calabria molti portalettere, a causa dei carichi di lavoro di molte zone fortemente sperequate, lavorano oltre l’orario d’obbligo per riuscire a portare a compimento la propria prestazione lavorativa. Altri sono costretti ad utilizzare la propria autovettura per svolgere il servizio senza una preventiva autorizzazione delle condizioni finalizzata a garantire la sicurezza. In altri casi, mentre ulteriori portalettere sono costretti ad utilizzare una sola vettura per svolgere il servizio in due zone di recapito, alcuni mezzi aziendali vengono affidati a personale dello staff senza alcun carico di lavoro!
Il tutto con la complicità indiretta dei vertici regionali calabresi di Poste Italiane, cui da tempo chiediamo di intervenire per porre un freno a queste situazioni paradossali, ma che ancora, ad oggi, non ha posto in essere nessuna iniziativa aziendale per risolvere le problematica evidenziate.
La carenza strutturale di personale di ruolo è oltremodo evidente, e le nostre denunce sono rimaste inascoltate dai vertici di Poste Italiane che, probabilmente, per supplire alla carenza di personale “tollerano” anche qualche “strana collaborazione” di lavoratori pensionati o ex ctd.
Non vorremmo mai credere che questi “ex lavoratori” magari patteggino direttamente con i precari con contratti a termine, oppure con i titolari delle zone od ancora peggio con i responsabili dei centri, la loro “paga“. E soprattutto vorremmo sperare che l’abbinamento delle zone non venga erogato in alcuni casi proprio per consentire questa modalità operativa.
Una carenza di personale oramai costante che rende un continuo disservizio alla cittadinanza calabrese, portando il recapito di Poste Italiane a maturare debiti costantemente. Il tutto mentre ci sono centinaia di persone che hanno fatto richiesta di trasferimento da altre regioni nella nostra terra, ed una fame di lavoro che porta migliaia di giovani, e non solo, ad invocare costantemente una chiamata, anche temporanea, in Poste Italiane.
Questo sistema che ha introdotto il “lavoro nero” anche in poste, sicuramente è frutto soprattutto delle difficoltà a gestire i servizi da parte dei responsabili dei centri di distribuzione, ma anche dei vertici aziendali regionali che non hanno vigilato e che sono stati più impegnati a gestire gli appetiti clientelari (vedi promozioni e trasferimenti nelle aree di staff) anziché organizzare i servizi.
Nelle poste abbiamo oltrepassato i confini della legalità !!!
La SLC CGIL, non avendo avuto riscontro dall’azienda, la quale, nel corso del tempo, si è costantemente sottratta al confronto ed ha lasciato cadere nel dimenticatoio le nostre gravi denunce, si rivolgerà agli organi competenti in materia di lavoro al fine di ridare dignità ai lavoratori del recapito in Calabria.
Allo stesso tempo la Slc Cgil Calabria chiederà l’intervento degli organi competenti, con l’obiettivo di porre fine a questo sistema, che qualora confermato da prove, è da ritenersi ben oltre i confini della legalità.
La Segreteria Regionale
SLC CGIL CALABRIA