Maxi operazione dei carabinieri a Corleone, che ha visto coinvolti oltre 100 militari dell’arma della per eseguire cinque le ordinanze di custodia cautelare. con. Al blitz hanno partecipato unità cinofile e un elicottero. L’indagine che ha portato all’operazione è stata avviata nel 2012 dalla Dda di Palermo e ha fatto luce sugli assetti mafiosi attuali del mandamento di Corleone, gli indagati sono accusati di associazione mafiosa
L’indagine, condotta attraverso pedinamenti, ma soprattutto intercettazioni, ha svelato l’attività estorsiva messa a segno, a tappeto, dai clan, l’ illecita gestione degli appalti, ma anche alcuni contatti tra i fermati ed esponenti politici siciliani. Secondo gli investigatori, che hanno ricostruito ruoli e funzioni dei nuovi vertici della cosca di palazzo Adriano, nel mandamento di Corleone, a svolgere le funzioni di capo sarebbe Antonino Di Marco, 58 anni, ex custode del campo sportivo e fedelissimo del boss Totò Riina.
Gli inquirenti hanno accertato che sugli appalti Cosa nostra continuava a intascare il 3% dell’importo dei lavori e che, in alcuni casi, al posto della richiesta di denaro imponeva agli imprenditori assunzioni di personale e acquisto di mano d’opera nelle aziende vicine ai clan. Per convincere le vittime a cedere i boss sono ricorsi spesso a danneggiamenti e furti all’interno dei cantieri delle imprese taglieggiate.