Ndrangheta, arrestato latitante di Gioia Tauro. In manette anche altre quattro persone

796

I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato il latitante PASQUALONE Rocco, nato a Taurianova (RC) il 03.10.1969, residente a Gioia Tauro, ricercato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria – Ufficio Esecuzioni Penali poiché condannato definitivamente alla pena di 14 anni, 3 mesi e 19 giorni di reclusione.

Il ricercato si era dato alla latitanza fin dal mese di giugno 2014, data in cui era stato emesso un primo ordine di esecuzione, successivamente sostituito da quello sopra indicato.

PASQUALONE Rocco è un latitante pericoloso di notevole spessore criminale, ritenuto intraneo all’articolazione territoriale della cosca di ‘ndrangheta MOLÈ – PIROMALLI di Gioia Tauro. La sua storia criminale è fatta di numerosissimi arresti, tra questi si ricorda il suo coinvolgimento nell’operazione “Doppio Canale” del 2012 della DDA di Catanzaro e l’arresto per l’omicidio del medico IOCULANO Luigi del 25 settembre del 1998, anche se per entrambe le vicende giudiziarie PASQUALONE è stato poi assolto.

Il provvedimento di esecuzione per il quale il latitante deve scontare oltre 14 anni di reclusione, scaturisce da un’operazione di polizia dell’ottobre del 2005, con cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria aveva disposto la cattura di 18 soggetti, facenti parte di un’organizzazione di trafficanti di cocaina che faceva capo alla cosca MOLÈ – PIROMALLI. L’organizzazione, che aveva la base operativa a Gioia Tauro, si riforniva di cocaina attraverso propri emissari in alcuni Paesi dell’Est europeo, in particolare in Bulgaria, dove la droga arrivava dal Sud America. La sostanza stupefacente – occultata all’interno di pallet contenenti legname – veniva poi smerciata in Calabria, Lombardia, Sicilia e Lazio.

L’attività investigativa che ha portato all’arresto del latitante è stata incentrata sui controlli dei familiari del ricercato, il cui coinvolgimento nella gestione logistica del latitante è apparso da subito evidente. Proprio seguendo gli spostamenti della compagna rumena, i Carabinieri hanno individuato l’abitazione di contrada Caridi a Gallina (RC) dove aveva trovato rifugio il ricercato, risultata di proprietà di un italiano, titolare di un’impresa per cui lavorava proprio la compagna del latitante.

Acquisiti tali inequivocabili elementi, alle prime luci dell’alba odierne è stato realizzato un intervento nell’abitazione oggetto di osservazione. Il latitante è stato trovato a letto con la compagna, non aveva con sé armi, non ha opposto resistenza e, nonostante avesse con sé due documenti di identità contraffatti, ha subito declinato la sua vera identità. In un altro corpo di fabbrica dello stesso comprensorio, invece, è stato trovato il proprietario dell’immobile e sua moglie che dormivano. Al termine delle operazioni sono state arrestate le 4 persone sotto indicate: il latitante, in esecuzione del citato provvedimento definitivo, mentre le altre 3 per procurata inosservanza di pena (art. 390 c.p.):

1.     PASQUALONE Rocco, nato a Taurianova (RC) il 03.10.1969, residente a Gioia Tauro;

3.     BAMBARA Giorgio, nato a San Roberto il 06.03.1952, ivi residente, di fatto domiciliato a Reggio Calabria;

4.     COSOLETO Angela, nata San Roberto il 22.09.1956, ivi residente, di fatto domiciliata a Reggio Calabria.

Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti numerosi cellulari e altro materiale ritenuto di grande interesse per lo sviluppo delle indagini.

Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Reggio Calabria, i primi tre soggetti sono stati associati presso le Case Circondariali “Panzera” e “Arghillà” di Reggio Calabria, mentre la COSOLETO Angela è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

Articolo precedente Bambina fatta a pezzi, parti del corpo ritrovate in delle buste
Articolo successivoMario Maiolo, PD Solidarietà al Segretario territoriale FSI di Catanzaro, Sarah Yacoubi, per le minacce subite