Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO – «Per i lavoratori precari calabresi bisogna fare di più. E’ necessario uscire da una logica emergenziale e programmare il loro futuro su basi solide». Santo Biondo, segretario generale della Uil calabrese, manda un messaggio chiaro alla giunta regionale in vista della mobilitazione del primo ottobre.
I punti focali della giornata di protesta, che vedrà i lavoratori del bacino del precariato calabrese, (che superano di molto le ventimila unità), impegnati in tre distinti presidi, uno a Cosenza, uno a Catanzaro e un altro a Reggio Calabria, sono stati fissati da tempo. Per la Uil calabrese, così come per i vertici della Cgil e della Cisl, saranno quattro: nuova occupazione; lotta al precariato; lotta al lavoro nero e sommerso; ammortizzatori sociali.
«L’amministrazione regionale – dice ancora Santo Biondo – deve avere la forza di imporsi davanti al Governo nazionale. Il ceto politico calabrese, anche quello ormai proiettato alla prossima campagna elettorale, deve recuperare credibilità e agire con convinzione per risolvere i troppi problemi ancora aperti sul territorio».
«La protesta in Calabria – prosegue il segretario regionale della Uil, rispondendo alle parole dell’assessore Nazzareno Salerno – non è fine a se stessa. Non dimentichiamo, infatti, che tutto passa da Roma, ma siamo convinti che le istituzioni locali non possano voltarsi dall’altra parte e scaricarsi delle responsabilità nei confronti di questi lavoratori troppo spesso considerati di seconda classe».
«Al bando i tecnicismi politici – continua Santo Biondo – i precari calabresi chiedono la loro stabilizzazione. E la manifestazione del primo ottobre sarà il momento, il primo, per mettere un tratto di evidenziatore sulle richieste che arrivano da questo comparto per troppo tempo trascurato e soffocato da chi ha gestito la cosa pubblica in Calabria».
«Lo ripeto da tempo, l’ho detto anche davanti alla platea nazionale del congresso della Uil che si è tenuto a Santa Trada – prosegue il segretario regionale della Uil – ormai è chiaro per tutti che il Paese riparte se riparte il Mezzogiorno. La buona riuscita di questa operazione molto dipende dalla classe dirigente meridionale, ma non costruiamo alibi per nessuno, tanto deve fare il Governo. Adesso è il momento di passare ai fatti. Il Governo deve mettere al primo posto il lavoro, gli investimenti pubblici e la lotta alla criminalità organizzata slegata dalla straordinarietà degli eventi. In quest’ottica, la prima operazione che può fare il Presidente del consiglio dei ministri è quella di mantenere la coerenza fra ciò che dice e ciò che fa».
«Il Governo Renzi – conclude Santo Biondo – deve farci capire come intende muoversi per garantire il futuro dei lavoratori precari calabresi. Come pensa di dare loro una speranza alla luce dei cambiamenti che il Jobs act si appresta ad apportare nella gestione degli ammortizzatori sociali in deroga. Una rivoluzione che, a conti fatti, stravolgerebbe l’impianto normativo preesistente e rischierebbe di amplificare le difficoltà di un comparto ormai allo stremo».
Il Segretario Generale
Santo Biondo