Operazione Scorpion Death, sequestrato più importante centro fitness della Calabria

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La Guardia di finanza di Cosenza nell’ambito dell’operazione denominata “Scorpion Death”, ha posto sotto sequestro il più importante centro fitness della Calabria, il valore dei beni sequestrati ammonta a  6 milioni di euro. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che l’amministratore della struttura avrebbe distratto dal fallimento consistenti valori e l’intero complesso aziendale mediante contratti di fitto d’azienda e false fatture. Le attività dei finanzieri hanno consentito di censire diversi beni immobili ubicati a Rende, con impianti sportivi, macchinari, attrezzature, arredi, macchine d’ufficio, marchio del centro sportivo e avviamento commerciale, nonché uno yacht di proprietà della società ormeggiato in un porto in provincia di Cosenza. La struttura posta sotto sequestro si estende su una superficie di oltre 10.000 mq e comprende, bar, ristorante/pizzeria, centro estetico, centro benessere,due piscine di cui una semi-olimpionica, campi da calcio, da tennis e da squash; nel giardino attrezzato provvisto di solarium naturale, vengono organizzate, inoltre, serate-discoteca.

 Secondo le indagini l’amministratore pro tempore della suddetta società, D.S. classe ’51, avrebbe distratto dalla massa fallimentare consistenti valori di cassa e l’intero complesso aziendale, mediante l’utilizzo di artefatti contratti di fitto d’azienda e false fatturazioni. Nella “fase terminale” dell’azienda, che ormai da anni versava in una situazione di dissesto irreversibile, è stata costituita ad hoc una società, controllata dal medesimo nucleo familiare, affinchè assorbisse la parte “finanziariamente sana” della fallita mediante un contratto di fitto d’azienda, al fine di proseguire l’attività d’impresa, a scapito dei numerosi creditori e dell’Erario. Il sodalizio guidato da D.S., amministratore di fatto nonché vero dominus delle fraudolente attività, non è nuovo a condotte simili, alla fine degli anni novanta era stata, infatti, posta in essere un’operazione analoga, allorquando la società poi fallita stipulò un contratto d’affitto d’azienda con una società riconducibile all’indagato principale. L’attività in parola testimonia ancora una volta l’impegno e la professionalità della Guardia di Finanza in un settore specialistico e delicatissimo come quello fallimentare, dove la tenace opera dei Finanzieri costituisce l’ultimo baluardo a difesa degli onesti creditori e dell’erario.

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