La Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di sei persone accusate a vario titolo di estorsione e usura aggravate dalla metodologia mafiosa. Le indagine sarebbero scaturite dalla denuncia di un commerciante di Vibo Valentia il quale per un periodo ha deciso di non mostrarsi in pubblico ed i suoi “creditori”, nel tentativo di rintracciarlo, hanno cercato di recuperare il numero di telefono del figlio e come emerso dalle intercettazioni avrebbero organizzato una spedizione punitiva a casa sua” Io vorrei incontrarlo adesso qua, davanti alla moglie e al figlio …lo faccio mortadella e può anche gridare …la moglie e il figlio li chiudo nella stanza e gli prendo i telefoni così non possono chiamare nessuno”. I fermati avrebbero altresì minacciato gravi ritorsioni ai danni del commerciante vessato e dei suoi familiari “Se ti vedo ti scasso la pancia…per colpa tua sto facendo brutta figura con tutte le persone …vedi di onorare gli impegni presi altrimenti qui diventa come il giorno dei morti;…non ti azzardare a denunciarmi, altrimenti dove ti trovo ti spacco e tieni conto che ho anche quel pezzo di carta che mi tutela”.
Gli arrestati nell’ambito dell’Operazione Insomia sono: Salvatore Furlano, 46 anni, di Vibo Valentia; Damiano Pardea, 29 anni, di Vibo Valentia; Gaetano Cannatà, 40 anni, di Vibo Valentia; Francesco Cannatà, 38 anni, di Vibo Valentia; Alessandro Marando, 38 anni, di Rosarno; Giovanni Franzè, 52 anni, di Stefanaconi.