Apprendiamo con preoccupazione la notizia della richiesta di rinvio a giudizio del dirigente dell’area tecnica di Rosarno, Luciano Macrì, indagato in un processo nel quale dovrà rispondere di presunti reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni al comune di Oppido Mamertina.
L’Udc è un partito garantista, né vuole entrare nel merito della vicenda, ha invece estrema fiducia nell’azione della magistratura.
C’è, però, un dato politico che non può essere sottaciuto. L’architetto Macrì occupa una carica apicale al comune di Rosarno, dalla quale gestisce tutta la partita dei Pisu – che ammontano a diverse decine di milioni di euro – e dei lavori pubblici. Un incarico affidatogli dal sindaco, Elisabetta Tripodi, su base fiduciaria, per come consentito dalla legge.
L’Udc ha sempre avuto scontri assai duri con il dirigente Macrì, fino ad una rottura eclatante in consiglio comunale, quando denunciammo una condotta quantomeno omissiva sul “caso” dello spreco di risorse idriche. Una vicenda che è oggetto di una inchiesta alla Procura di Palmi.
Ebbene, la giustizia arriva prima della politica anche in questa vicenda. Il sindaco di Rosarno non aveva evidentemente preso atto del fatto che il suo dirigente di fiducia era indagato per reati gravi connessi alla sua funzione di tecnico al comune di Oppido. Il sindaco della legalità, come suole fregiarsi la dottoressa Tripodi, non ha mai detto una parola su questa vicenda, anzi è nota a tutti la difesa strenua di Macrì operata dallo stesso Primo Cittadino, quando noi come partito e gruppo consiliare criticammo aspramente il suo dirigente di fiducia. Un affare che fa il paio con la mancata costituzione di parte civile nel processo relativo alla presunta lettera di minacce che sta valendo la scorta al primo cittadino di Rosarno.
Qualunque provvedimento prenderà, ora, il “sindaco coraggio” di Rosarno, sarà un’azione tardiva e posticcia, dettata dalla contingenza.
Prenda atto, il sindaco, dell’ennesimo errore di valutazione, dell’ennesima gaffe, dell’ennesima vicenda che contrasta con la tanto decantata legalità della quale sarebbe portatrice.
Di sicuro assisteremo, anche in questa circostanza, al silenzio assordante del Partito Democratico e di quei consiglieri, capogruppo attuale e precedente, che anche per questa vicenda – come per la mancata costituzione di parte civile – faranno finta di non sentire e non vedere.
Ennesima brutta figura, questa volta nel settore lavori pubblici dove in tre anni l’amministrazione non può vantare interventi ed opere ascrivibili alla sua attività, visto che se per i Pisu, ex Rognetta ed ex Beton Medma non ci avesse pensato la commissione straordinaria, e se le precedenti amministrazioni non avessero fatto partire altre opere, oggi non avremmo altro che un deserto.
Rosarno, lì 12.12.2013
Avv. Giuseppe Idà
Commissario Cittadino UDC Rosarno