Ndrangheta, confiscati beni per 3,5 milioni alla cosca Gallico di Palmi

19

I Finanzieri del Comando Provinciale Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, hanno eseguito la confisca di un ingente patrimonio costituito da società, beni immobili e disponibilità finanziarie, per un valore di oltre € 3,5 mln, direttamente e indirettamente riconducibili a due affiliati di rilievo di una delle più temibili articolazioni della ‘ndrangheta, egemone nella Piana di Gioia Tauro e con ramificazioni nella Capitale, la “Cosca GALLICO di Palmi”.
Destinatari del predetto provvedimento giudiziario a carattere patrimoniale, risultano essere i pregiudicati FRISINA Francesco, figlio di Domenico cl.’29, già affiliato alla predetta cosca ucciso il 4.7.1979, nell’ambito della guerra di ‘ndrangheta che sino al 1990, aveva visto coinvolte le cosche “CONDELLO” e “GALLICO” e, che, ha mietuto più di 50 vittime, e il nipote MAZZULLO Alessandro cl.’83, figlio del pregiudicato Giuseppe cl.’45, ritenuto uno dei “rampolli” emergenti della Cosca GALLICO, al quale è stato attribuito il ruolo di intestatario fittizio dell’associazione criminale nella città di Roma.
L’odierno provvedimento ablativo, propedeutico all’acquisizione dei beni nel patrimonio dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e, quindi, dello Stato, è il coronamento delle articolate indagini economico-patrimoniali, esperite in sinergia, sin dal 2009, dai menzionati Reparti delle Fiamme Gialle, che hanno consentito di avvalorare la continua e inarrestabile infiltrazione, da parte di soggetti appartenenti a consorterie della ‘ndrangheta calabrese, nel tessuto economico ed imprenditoriale capitolino.
L’esito delle indagini hanno evidenziato come la predetta organizzazione criminale, proprio grazie ai due menzionati sodali e ai legami da quest’ultimi instaurati con altri soggetti di elevata caratura criminale – a vario titolo collegati alla storica cosca degli ALVARO nelle sue ramificazioni di Sinopoli e Cosoleto rispettivamente denominate “CARNI I CANI” e “TESTAZZA O CUDALONGA”, già da tempo impiantatisi nel comprensorio romano – avesse delocalizzato il proprio centro di interessi dalla Calabria alla Capitale.

Infatti, è stato acclarato come i due proposti FRISINA Francesco cl.’56 e il nipote MAZZULLO Alessandro cl.’83, in un esiguo lasso temporale susseguente al loro trasferimento nella capitale, siano riusciti a porre in essere una serie di operazioni finanziarie, finalizzate all’acquisizione, diretta e/o indiretta, di diversi immobili, nonché alla gestione di varie attività commerciali – in primis nel settore della ristorazione – manipolando le regole di libero mercato attraverso l’alterazione dei dettami commerciali e finanziari del contesto socio-economico romano.

Parimenti, è emerso come gli stessi, a fronte di un’accertata esigua lecita capacità reddituale, abbiano, di fatto, investito nelle citate acquisizioni immobiliari e societarie, ingiustificati e ingenti capitali, tali da far ritenere che i medesimi siano gli affidatari dei plurimi “interessi economici” su Roma della cosche calabresi di riferimento, alle quali hanno garantito il reimpiego degli indebiti proventi derivanti dalle varie attività illecite e/o “paralecite” dalle stesse poste in essere.

In particolare, sono stati sottoposti a confisca i seguenti beni intestati e/o riconducibili ai due proposti:

  •  quote sociali e intero patrimonio aziendale della “MACC 4 S.r.l.”, con sede in Roma ed avente oggetto sociale l’acquisto, la vendita e la gestione di bar, ristoranti, pizzerie, rosticcerie”, proprietaria del bar “ANTICHE MURA”;
  •  quota pari al 30% del capitale sociale e corrispondente parte del patrimonio aziendale comprensivo dei conti correnti della “COLONNA ANTONINA 2004 S.r.l.” esercente l’attività di “esercizio di bar – ristorante” , con sede legale in Roma, via Salaria nr. 80, titolare – sino al novembre 2009 – del noto “Bar CHIGI” sito in via della Colonna Antonina nr. 33;
  •  nr. 2 unità immobiliari – di cui un villino di pregio – ubicati in Roma, via di Boccea;
  •  vasti appezzamenti di terreno agricolo, coltivati ad uliveto, per un’estensione di oltre 12 mila metri quadri;
  •  plurimi rapporti finanziari bancari, postali ed assicurativi.

Il valore del patrimonio confiscato ammonta ad oltre 3 milioni e mezzo di Euro.
In tale contesto, l’Autorità Giudiziaria, ritenendo sussistenti i requisiti di pericolosità sociale qualificata nei confronti dei nominati FRISINA Francesco e MAZZULLO Alessandro, disponeva, altresì, l’irrogazione della misura di Prevenzione Personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per anni 3 e mesi 6, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale ed il versamento di una cauzione di € 5.000,00 cadauno.

Articolo precedente Taurianova, possibile assunzione lsu/lpu
Articolo successivoNesci (NCD): al partito ho chiesto impegno forte su patronati