Adesione superiore al 60% a Cosenza allo sciopero generale

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Adesione superiore al 60% a Cosenza allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil e grande partecipazione alla contestuale manifestazione organizzata nel capoluogo e chiusa dall’intervento di Carla Cantone, segretaria nazionale dello Spi Cgil. Più di quattromila persone, più di quattromila storie, più di quattromila voci hanno dato vita a un corteo colorato e indignato.

Sul palco si sono alternati lavoratori e sindacalisti che hanno fatto sentire forte le ragioni della protesta, che non hanno risparmiato critiche alle politiche del Governo Renzi. Ma che, nel solco della tradizione della Cgil, hanno lanciato una serie di idee per il rilancio della provincia di Cosenza, principalmente nei settori delle politiche sociali, della sanità e dei trasporti. Destinatari delle proposte le istituzioni, a partire dal nuovo Governo regionale.

“La richiesta di intervento sociale è in aumento, risulta sempre più complessa e in molti casi coinvolge l’assistenza sanitaria – è stato sottolineato – per questa ragione è necessaria l’integrazione fra sociale e sanitario”. Partendo da questo presupposto, la Cgil ha chiesto alla futura Giunta Regionale di “impegnarsi a potenziare il livello dei servizi sociali ed educativi attualmente garantiti, a cominciare da quelli diretti alla gestione della non autosufficienza”. Tra le proposte del sindacato, poi, da segnalare “la costruzione di un sistema di welfare che dia ai giovani autonomia dalla famiglia, il potenziamento degli asilo nido e dell’infanzia, adeguate risorse da destinare al Piano al diritto allo studio, l’attivazione, attraverso la legislazione sociale in vigore, di interventi straordinari per creare occupazione giovanile, o per ricollocare le lavoratrici e i lavoratori in condizioni sociali più svantaggiate”.

Per quanto riguarda le politiche della salute, la Cgil ha chiesto che “il nuovo governatore calabrese assuma la gestione della sanità pubblica regionale, uscendo definitivamente dalla gestione emergenziale”. Dal sindacato non sono mancati gli attacchi all’amministrazione Scopelliti accusata  di aver diminuito il numero e la qualità dei servizi e di aver aumentato i ticket. In particolare, è stato evidenziato, “l’Ospedale cosiddetto “Hub” del capoluogo rischia di essere travolto dalle richieste di prestazioni, soprattutto nell’ambito dell’emergenza/urgenza, in assenza di un turn over del personale medico e paramedico”. La nuova Giunta Regionale è chiamata dalla Cgil a un’inversione di rotta, “dovrà contrastare con efficacia lo smantellamento, già da tempo in atto, delle strutture sanitarie pubbliche, ma anche di quelle private convenzionate, che vivono un momento di assoluta difficoltà con pesantissime ricadute sul personale impiegato nel settore, continuamente minacciato dai licenziamenti e spesso privato da mesi della regolare retribuzione”.

Sul fronte del trasporto pubblico locale, il giudizio della Cgil è netto: “Oggi non risponde in modo ottimale alle esigenze di mobilità dei calabresi. Per far fronte a tale emergenza è necessario un processo di riforma del sistema, che consenta di garantire una più adeguata risposta alle esigenze di mobilità dei cittadini”. Per raggiungere tale obiettivo, il sindacato ha proposto di “aumentare e razionalizzare l’offerta, integrando le diverse tipologie di trasporto, migliorare la qualità dei servizi, assicurare al settore i finanziamenti necessari a colmare il gap tra risorse disponibili e risorse necessarie, favorire la creazione di soggetti industriali dimensionati in ambiti provinciali o di bacino, ripristinare il diritto alla gratuità del trasporto pubblico locale per i pensionati e per i più bisognosi, previsto dalla legislazione regionale e cancellato dalla precedente giunta”.

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