Ha retto l’impianto accusatorio prospettato dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, rappresentata in udienza dal Pubblico Ministero Marisa Manzini nel processo “Luce nei boschi” che vedeva alla sbarra presunti affiliati alla ndrangheta delle Preserre vibonesi. Il Tribunale di Vibo Valentia (presidente Lucia Monaco a Latere Papagno e Boccia) dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio ha condannato 14 dei ventisette imputati accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, danneggiamenti, rapine, detenzione di armi e traffico di droga. Le pene più alte sono stata comminate ai fratelli Bruno (24 anni) e Gaetano Emanuele (22 anni), ritenuti i capi e promotori dell’omonimo clan e per i quali la Procura aveva richiesto rispettivamente la pena di 28 e 26 anni. Assolti Rocco Loielo, Michele Rizzuti , Antonio Condina, Francesco Taverniti,Francesco Maiolo, Michele Altamura. Prescritti i reati contestati a Giuseppe Prestanicola, Giuseppe Gentile, Rocco Santaguida, Giuseppe Nesci, Girolamo Macrì, Roberto Codispoti, Bruno Zungrone.
Di seguito tutte le condanne:
Bruno Emanuele , 24 anni
Gaetano Emanuele, 22 anni
Francesco Capomolla , 17 anni 6 mesi
Antonio Altamura , 16 anni
Giovanni Loielo ,12 anni
Vincenzo Bartone , 12 anni
Franco Idà ,12 anni
Pasquale De Masi, 12 anni
Leonardo Bertucci , 8 anni
Antonio Gallace , 8 anni
Domenico Falvo, 8 anni
Nazzareno Altamura , 7 anni
Vincenzo Taverniti , 7 anni
Giuseppe De Girolamo. 1 anno e sei mesi