Venti di crisi a Rosarno, o solo riposizionamento elettorale?
Il centrosinistra cittadino è atteso alla prova interpartitica, prevista lunedì, chiesta con insistenza dalla Sinistra per Rosarno. Il bivio sembra chiaro: o il sindaco Elisabetta Tripodi azzera la giunta oppure la Sinistra può lasciare l’esecutivo. E per una maggioranza che si mantiene appesa ad un solo consigliere – peraltro uno è un esponente del Pd che vive e lavora a Milano – sarebbe come recitare il de profundis ad un anno dalle elezioni. La Sinistra, con un comunicato pubblico, non ha risparmiato nessuno, soprattutto il Pd, evidentemente reo di non saper incidere in una giunta a sei con 4 esponenti democratici.
La partita, però, è forse da vedere più con lo sguardo lungo. La Sinistra ha avuto indubbiamente coraggio: Rocco Pronestì è capogruppo, Teodoro De Maria assessore e Antonio Bottiglieri presidente del consiglio, quindi vi sono abbastanza caselle per questo movimento. Ma evidentemente non è un problema di appannaggi, è una questione di funzionalità e, forse, anche di prospettiva. Non è un mistero che il centrosinistra appare quanto mai minoranza all’interno della città, non vince più elezioni intermedie e il Pd perde pezzi e voti. All’orizzonte, nel 2016, si prevede un ritorno alle urne con un sistema maggioritario, senza ballottaggio, e quindi si apre la strada ad alleanze civiche. Questo centrosinistra sembra non avere più forza attrattiva, ha perso alleati e si stanno iniziando a costruire coalizioni civiche piuttosto rinnovate. La Sinistra ha compreso che la Tripodi, se si ricandiderà, non avrà vita facile posto che ha perso sovente anche il braccio di ferro interno delle primarie del centrosinistra a livello di segreteria regionale e di candidato governatore.
Di fatto, quindi, Pronestì e compagni sanno bene che “o si cambia, o si muore”. E cambiare vuol dire mettere alla porta almeno due degli attuali sei assessori.
Se la Tripodi dovesse tenere duro, allora, ci sarebbero due strade: incassare una sconfitta – e dire addio per il 2016 ad altre possibili alleanze e progetti – oppure far saltare il banco.
La sindaca, dalla sua, sa bene che dopo il 24 febbraio non ci sarà la possibilità di andare al voto anticipato nel 2015, quindi è probabile che possa tentare di resistere fino a quella data, ma anche lei sa che i margini sono ridotti. A questo punto, se la Sinistra ottenesse l’agognato azzeramento, rischiano grosso gli assessori del Pd Carmelo Cannatà, Michele Fabrizio e Filippo Italiano, così come l’indipendente Francesco Bruzzese. Per quanto riguarda la lista Agorà, l’assessore Bonelli potrebbe essere sostituito dalla consigliera Domenica Varrà che di fatto figurerebbe come quota rosa in giunta.
Ora, appare chiaro che il pallino torna nelle mani del sindaco che ha la facoltà di revocare e nominare gli assessori. Ma resta il fatto che la Sinistra, pubblicamente, ha chiarito di non voler fare sconti, e qualora la giunta rimanesse in piedi così com’è rischierebbe la figuraccia, o si assumerebbe la responsabilità – il merito secondo alcuni – di scrivere una pagina nuova.
Domenico Mammola