Bruno Bossio PD: Un primo passo avanti è stato fatto: gli Enti Locali saranno coinvolti nell’attuazione del piano di Poste Italiane

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Alle molteplici iniziative di protesta ed interpellanze parlamentari, l’ultima quella che abbiamo firmato oltre 60 deputati, è arrivata una prima risposta.

Un primo passo avanti è stato fatto in accoglimento della nostra richiesta.

Infatti nell’incontro svoltosi oggi tra il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonio Giacomelli, l’AD Poste Italiane Francesco Caio, e il presidente dell’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni, Angelo Cardoni, si è deciso di coinvolgere Regioni e Comuni per concordare la fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali.

Dal 13 aprile Poste Italiane vorrebbe chiudere 455 uffici postali e ridurre gli orari di apertura in altri 608. Questo piano penalizzerebbe fortemente la Calabria.

Il sottosegretario Giacomelli prenderà ora contatto con il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino e con il presidente dell’Anci Piero Fassino per concordare le modalità di coinvolgimento degli Enti Locali nel piano di Poste.

Le eventuali criticità di un piano industriale non è detto si debbano risolvere con la chiusura e il ridimensionamento dei servizi; anche e soprattutto nei comuni montani possono essere raggiunti tassi di produttività aziendale attraverso un potenziamento delle attività, dal momento che la capillarità di Poste potrebbe facilitare la diffusione di servizi aggiuntivi e innovativi, quale ad esempio l’azione di accompagnamento e assistenza per superare il digital divide delle popolazioni più isolate territorialmente (tutor digitale).

Inoltre, soprattutto nelle aree sociali svantaggiate, si possono concordare con gli Enti territoriali misure di ottimizzazione senza incorrere nelle infrazioni europee per consentire a Poste la possibilità di erogare servizi attraverso la riduzione dei costi.

E’ urgente, pertanto, attivare questo confronto non soltanto per attuare una scelta politica ma anche e soprattutto per verificare la fattibilità economica-aziendale per evitare la chiusura degli uffici e pervenire così ad una razionalizzazione socialmente compatibile.

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