“Definire paradossale la situazione dell’Asp di Reggio Calabria è un eufemismo, giacché le controversie legate al diritto alle cure dei minori continua a riservare costanti colpi di scena”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, che spiega: “Con decreto del Commissario ad acta alla Salute, Massimo Scura – spiega il Garante – il 2 aprile 2015 è stato approvato il “Percorso diagnostico assistenziale per la malattia diabetica nell’adulto e in età pediatrica” che individuava Locri come capofila, non escludendo che ne potessero sorgere altri a Reggio Calabria o Polistena, come “Rete diabetologica integrata ospedaliera”. Nel 2017, il Grande Ospedale Metropolitano (GOM) tramite il direttore generale Frank Benedetto ha disposto la creazione di un ambulatorio diabetico in età pediatrica, che nel marzo 2018 ha visto la luce. A distanza di due anni, nel marzo 2020, in pieno Coronavirus, la Asp recepisce una circolare del proprio direttore sanitario, Salvatore Barillaro, che dispone essere attivo soltanto l’ambulatorio diabetico pediatrico Locri e non più il GOM di Reggio Calabria, in quanto il responsabile medico, Mariella Bruzzese, non è più operativa in tale sede. Il provvedimento dirotta, dunque, i circa 150 minorenni fruitori all’ospedale di Locri, presso il centro di diabetologia pediatrica, che però non è attivo in quanto la responsabile era la stessa Mariella Bruzzese. Motivo per cui non rimarrebbe che recarsi fuori regione per fruire del servizio, presumibilmente a Messina”.
Per Marziale si tratta: “Di uno stato di cose debitamente segnalatomi dalla presidente dell’associazione Diabaino, Gabriella Violi, e dalla responsabile scientifica Mariella Ferrara, che provvedo immediatamente a segnalare alle istituzioni preposte fidando che possa essere trovata una soluzione immediata per queste famiglie, alcune delle quali in stato di indigenza, per cui qualcosa si spostamento