Torniamo nella presente rubrica ad occuparci di temi che concernono il sociale. Uno dei motivi per i quali questa rubrica é nata é proprio perché de facto il fine é disquisire circa le ingiustizie del sociale. Qualche giorno or é, la Consulta di Torino ha sentenziato che le pensioni di invalidità percepite e destinate ai diversamente abili siano esigue. La somma infatti ammonta a circa 285,6 euro. Una somma a dir poco esigua e modica. Somma inadeguata e non bastevole per chi é impossibilitato ad esercitare qualsivoglia mansione lavorativa. La politica e i politici dovrebbero intervenire subitaneamente e provvedere a mettere fine a questa vera e propria ingiustizia. Anziché pensare a reintrodurre con emendamenti e contenziosi ad hoc i vitalizi, poiché a dire della maggior parte dei politici, le loro pensioni sono da fame e sarebbe ingiusto che gli stessi siano rimossi, dovrebbero questi ultimi, volgere le proprie attenzioni verso i più deboli. Per quanto concerne questo tema seppur caldeggiato tante volte nei dibattiti politici, si sono udite solo parole e pochi fatti. Non si tratta di motteggi o di partiti e fazioni politiche ma di una questione di giustizia sociale. Giustizia sociale verso chi nulla chiede, se non parità di trattamento e possibilità di affermazione. La tematica anche nei programmi televisivi ha avuto poco spazio; non occorre che sia la Consulta a porre la vexata quaestio, poiché la sperequazione é sotto gli occhi di tutti. Come fa a vivere con 285 euro chi non può a causa delle proprie condizioni lavorare? Chi é senza ulteriori ausili oltre la pensione? Chi necessita di quotidiana assistenza? Ecco il motivo per il quale trattiamo oggi sulla presente rubrica questa tematica, affinché questo articolo funga da monito, per chi potrebbe agire e con indolenza non lo fa, facendo finta di nulla, tergiversando in un inspiegabile e fastidioso silenzio.
Francesco Grossi