Nonostante in televisione ci sia una scarsa eco, in Italia c’é un casus belli che da giorni sta tenendo banco. É quello concernente la scuola. La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, benché annuncino sine die l’assunzione di circa 80 mila insegnanti e personale scolastico, divampa con sempre maggiore pervicacia la questione dei precari che senza chiari provvedimenti di legge rischiano di rimanere senza lavoro. Ieri vi é stata l’ennesima protesta in piazza dei sindacati, i quali chiedono diritti e chiarezza per costoro i quali tutti gli anni, tengono a galla la scuola consentendone il regolare svolgimento delle lezioni nel corso dell’anno scolastico. Invece a causa di controversi decreti questi ultimi rischiano un vero e proprio scacco. Perché non prevedere corsie preferenziali per costoro i quali hanno accumulato degli anni di servizio, anziché equipararli ai tanti? É da tanti, troppi anni che la scuola é declassata nell’ordine delle priorità dei vari governi negli anni succedutisi. La ministra Azzolina si é dimostrata sinora incapace di ascoltare le necessità e le varie sensibilità che costituiscono il sistema scuola. É dai tempi del ministerio presieduto dall’onorevole Gelmini che la scuola é stata squassata e condotta sempre più nel caos. L’Italia é fra i paesi che destina meno risorse nell’istruzione. E sono legittime le proteste di chi si potrebbe trovare con un piede fuori dalla porta, nonostante tutti i sacrifici compiuti nel corso degli anni. Auspichiamo che il governo rettifichi gli emendamenti e le proposte di legge, accogliendo il grido di protesta della moltitudine di precari. L’istruzione deve essere e rappresentare il cardine per le prospettive e il futuro del nostro paese. Perché penalizzare costoro i quali concorrono per il bene dei nostri ragazzi? E la loro istruzione? Sarebbe inclassificabile. La saggezza é la capacità di sapersi ricredere e rettificare, auguriamoci che accada.
Francesco Grossi