I lavoratori dei servizi per l’impiego della Provincia ancora aspettano la proroga dei loro contratti di lavoro. Nonostante un quadro normativo nazionale favorevole al proseguimento dei suddetti rapporti di lavoro al fine di assicurare la continuità dei servizi specialistici offerti presso i Centri per l’Impiego; nonostante praticamente tutte le province e città metropolitane d’Italia abbiano dato concretezza alle possibilità di proroga dei contratti fornite dal Governo attraverso la Legge di Stabilità ed il Milleproroghe, la Provincia di Reggio ancora tentenna.
La Giunta ha deliberato ben due volte la proroga dei contratti con scadenza al 31/12/2015 più ulteriori 12 mesi (n.7/2015 e n.23/2015), eppure alle delibere non è stata data ancora esecuzione.
La dirigenza ha sollevato numerose eccezioni, una ad una dipanate dai sindacati e dalla parte politica, alcune delle quali al limite del ridicolo. Fra le tante eccezioni, si era subordinata la proroga dei contratti al placet da parte della Regione Calabria. Ciò è tempestivamente avvenuto lo scorso 5 marzo, grazie all’interessamento della Cgil e al pressing dell’assessore provinciale al Lavoro Pierfrancesco Campisi.
Sembrava tutto pronto per la sottoscrizione della proroga, e i lavoratori attendevano di essere convocati. Infatti, la Regione Calabria ha comunicato che nulla osta all’approvazione del Piano Provinciale per il Lavoro 2015, ha autorizzato l’utilizzo di risorse in economia per l’avvio delle attività ed ha annunciato formale impegno di spesa a seguito dell’approvazione del Bilancio regionale 2015. Tuttavia ad oggi la “dirigenza” dell’ente, dimostrando una gravissima superficialità che sta mettendo a repentaglio il futuro professionale di 66 lavoratori, sembra dover ancora sciogliere ulteriori, incomprensibili ed infondate riserve che ormai hanno la chiara connotazione della strumentalità, mentre si stanno chiaramente disattendendo gli indirizzi forniti dal legislatore nazionale, nonché dalla giunta provinciale.
I 66 lavoratori allo stremo delle forze, dopo dieci giorni di presidio presso Palazzo Foti, non confidando nella ragionevolezza e nel buon senso della dirigenza auspicano che la politica dimostri di essere, finalmente, al fianco dei lavoratori, superando l’immobilismo e l’ostruzionismo dirigenziali, ed assumendo tutti gli atti consentiti dalla legge, come la avocazione a sé degli atti da parte del direttore generale. Indubbiamente, infatti, una dirigenza che sottopone problemi e non soluzioni, è parte dello stesso problema e la politica è tenuta a prenderne atto.
Sarebbe oltremodo spiacevole, in caso di perdurante inerzia, consegnare questa triste vicenda nelle mani della Procura della Repubblica.
La Segreteria Reggio Calabria-Locri