Sono delle ultime ore le indagini che hanno sgominato una rete di pedofili italiani, che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico. Le immagini venivano realizzate da adolescenti e vendute sulla rete con un prezzario. Le perquisizioni personali, informatiche e i sequestri sono state compiute in dodici regioni. Sulla scorta delle segnalazioni di due genitori; hanno contribuito all’operazione oltre cento investigatori del centro nazionale di protezione dei minori di Roma e delle polizie postali di Bari e Foggia. Ciò che è emerso è un vero e proprio sistema congegnato, di vendita di immagini e video prodotti da adolescenti che ricevevano in cambio commissioni ed emolumenti in rete. Le concordanze avvenivano in rete, prevedendo l’invio di immagini e video pornografici. Sono sempre più i casi con delazione che si verificano in rete che vedono coinvolti giovani ed adolescenti che in cambio di modeste somme percepite, diffondono video a luci rosse ricattando le vittime. Il lato oscuro della rete e del web che gli esperti chiamano “deep web”. Occorrerebbe educare ed istruire i giovani sui pericoli in cui si possono imbattere nei meandri della rete. Talvolta i genitori coi “nativi digitali” non hanno modo, anche a causa di impegni lavorativi, di vigilare sulle azioni compiute dai ragazzi. Ogni giorno sui giornali si leggono sempre più notizie che vedono coinvolti giovani minorenni vittime anche di sette che plagiano le loro menti. L’ultima delle quali è venuta alla luce presso Novara con ventisette indagati, nella quale venivano reclutate ragazze con la collaborazione di due scuole di danza e una scuola di spada celtica. In caso di esitazioni venivano coartate con minacce e/o punizioni. Ergo, la rete può essere scaturigine e florilegio di nozioni ed informazioni utili, ma anche un costante pericolo perché non sussiste un’etica vera e propria che tuteli gli interessi dei navigatori, soprattutto i più giovani. Ecco perché è nodale il ruolo della famiglia e delle istituzioni scolastiche, che devono instillare nei giovani un sano “timore”, in-formandoli sulle possibilità e le labilità del nuovo mondo globalizzato.
Francesco Grossi