Udienza ricca di colpi di scena quella celebrata ieri innanzi al Tribunale collegiale di Palmi (dott. Battaglia presidente) nel processo Onta che vede alla sbarra l’avvocato Gregorio Cacciola. Doveva essere il gran giorno di Marcello Fondacaro e proprio sulla collaborazione del medico di Gioia Tauro la difesa di Cacciola ha prodotto un documento inedito. Nel gennaio del 2014 il sostituto Procuratore della Repubblica di Gioia Tauro, dott. Giovanni Musarò, lo stesso che rappresenta la pubblica accusa nel processo Onta, aveva ritenuto non sussistessero più i presupposti per riprendere un proficuo rapporto di collaborazione con Fondacaro, dopo la richiesta avanzata dallo stesso. Il rapporto di collaborazione precedentemente intrapreso, era stato infatti interrotto in quanto il Fondacaro, aveva dichiarato in un secondo momento di essere vittima dell’associazione di ndrangheta Piromalli – Molè e non partecipe come invece accertato con una sentenza di condanna e dallo stesso confermato in un interrogatorio del novembre 2009 (lo stesso si definiva “ambasciatore” della cosca).
Nella testimonianza resa ieri invece Fondacaro ha raccontato alla Corte di come è venuto a conoscenza del caso di Maria Concetta Cacciola. Il collaboratore ha infatti affermato che Giuseppe Bellocco nel 2011, ed alla presenza anche di Francesco Cosoleto, gli aveva riferito che l’avvocato Gregorio Cacciola era stato incaricato di occuparsi della ritrattazione di Maria Concetta, la giovane morta dopo aver ingerito acido muriatico nel successivo agosto.
Fondacaro ha altresì rivelato un episodio inquietante, ossia che la cosca Bellocco di Rosarno aveva deciso di uccidere, tra il 2012 ed il 2013, i magistrati Prestipino e Musarò, a confessare al collaboratore i possibili attentati sempre Giuseppe Bellocco. Motivo, la collaborazione di Maria Concetta Cacciola curata da Musarò.
Il medico di Gioia Tauro ha altresì riferito di essere stato contattato da Girolamo Molè nel 1996 al fine di redigere una perizia per far ottenere la scarcerazione del padre Antonino grazie all’avvocato Cacciola.
Sui rapporti tra Fondacaro e Cacciola è intervenuto nel corso dell’udienza proprio quest’ultimo, dichiarando come quanto affermato dal collaboratore non fosse corrispondente al vero, atteso che gli incontri tenutisi a Gioia Tauro presso lo studio del penalista nel 1996 non potevano avere fisicamente luogo, in quanto lo studio dove indicato da Fondacaro esisteva solamente dal 2002.
Concluso l’esame dei testimoni dell’accusa, è toccato ai testi posti a sostegno dal collegio difensivo, formato dagli avvocati Giovanni Vecchio e Ettore Squillaci (delegato dell’avvocato Nico D’Ascola). In particolare il teste Vazzana, segretario dello studio legale Cacciola nonché nipote dell’imputato, nella sua deposizione ha dichiarato alla Corte che le dichiarazioni poi trascritte di Maria Concetta Cacciola presso lo studio di Rosarno erano state rese alla presenza anche dell’avvocato Vittorio Pisani e che il padre della stessa, Michele, aveva atteso la figlia in un’altra stanza. Testimonianza quindi, di tenore diametralmente opposto rispetto a quelle rilasciate dal collaboratore di giustizia avvocato Vittorio Pisani.
La prossima udienza del processo Onta si terrà mercoledì 18 marzo dove vi sarà l’esame dell’imputato.