Gioventù bruciata…Si diceva un tempo. Ci riferiamo all’omicidio di Colleferro che ha lasciato tutti attoniti e basiti. Anzitutto per l’efferatezza e l’assurdità del modus operandi degli attori in causa. Il povero Willy, il ragazzo ucciso a causa delle percosse ricevute da un gruppo di ragazzi guasconi e bellimbusti da social. Pare che a Colleferro paesino di provincia alle porte di Roma, tutti sapessero delle malefatte facinorose dei giovani. Willy, non era infatti l’obiettivo della banda dei quattro giovani, ma era intervenuto per rabbonire una contesa nella quale era coinvolto un suo giovane amico di nome Federico. Lo stesso stamani al Corriere della Sera in un’intervista ha detto come Willy sia capitato in una situazione incongrua nel momento errato. Era lui, Federico, che doveva essere riempito di busse. Invece no. Quel fato avverso ha voluto che Willy, ragazzo dall’animo probo e retto perisse per il proprio senso di giustizia e lealtà, proprio come accadeva per fare un’analogia agli eroi greci, i quali molteplici volte come possiamo apprendere dalle tragedie, perivano per l’apologetica moralità. A principio dell’articolo parlavamo di gioventù bruciata. Purtroppo non è una pellicola cinematografica, ma l’amara realtà. Di una gioventù che sempre più di sovente pratica violenza nell’ordinarietà senza scrupoli. Giovani senza bussola né orientamento e valore morale, avvinti nel nichilismo di un mondo sempre più liquido e alogico. Non v’è alcuna logica infatti in questi accadimenti, se non una bruta ed ingiustificata violenza senza significazione alcuna. In quei venti minuti, tanto è durato il pestaggio del povero Willy, vi é stata una crudeltà senza fine, col carabiniere Antonio Carella, primo soccorritore del giovane ventunenne che si dice affranto dall’esito della lite. Affranto per avere assistito alla crudeltà cieca e assurda, a quella banalità del male umana. Non possiamo piegarci alla violenza, occorre combatterla e vincerla con saggezza e aiuto psico-sociologico a chi la commette. Sperando che il sacrificio di Willy non sia vano e insegni qualcosa a noi tutti… L’amore per il giusto.
Francesco Grossi