Un gruppo di ex dipendenti dei Mercati alimentari di Rosarno si è dato appuntamento questa mattina a Gioia Tauro, di fronte all’altro punto vendita della zona, per protestare sui ritardi che si stanno verificando in merito al pagamento degli arretrati. I dipendenti – sono in particolare in tredici ad avere una situazione più delicata – hanno deciso di ritrovarsi lì, dalle 8 e 30, per tenere viva l’attenzione sulla loro problematica, che viene ad aggiungersi alla doccia fredda dell’improvvisa chiusura del punto vendita di Rosarno lo scorso dicembre. In questi tre mesi trascorsi dalla chiusura i dipendenti si sono più volte rivolti ai dirigenti dell’azienda e ai sindacati per il saldo delle spettanze, ottenendo solo in parte la risoluzione del problema, con un possibile accordo che prevedeva la corrispondenza del 70% sulle spettanze, che non tutti hanno accettato. La richiesta resta quindi ancora quella: la corrispondenza di tutti gli arretrati, a partire da luglio scorso. Una richiesta unanime che viene da dipendenti con situazioni diverse, fra quelli che erano andati in mobilità volontaria e quelli invece con contratto di apprendistato con scadenza a luglio prossimo, che sono quindi di fatto ancora assunti e che, oltre agli arretrati, chiedono anche la copertura fino a luglio. La mattinata di protesta ha sortito qualche effetto positivo, grazie all’intervento dell’ispettore capo della Polizia Pacileo, giunto poi sul posto, che ha fatto da tramite fra le richieste dei dipendenti e i vertici dell’azienda. Entro qualche giorno dovrebbe esserci il pagamento di parte degli arretrati, che erano stati suddivisi in rate in seguito ad accordi con i sindacati. Ma la protesta è pronta a ripartire in caso di mancato pagamento o di eventuali altri ritardi, soprattutto da parte di quei dipendenti che sono in una situazione ancora aperta. Intanto, poco più in là, anche i dipendenti del parco commerciale Annunziata proseguono il loro sit-in davanti alle attività commerciali chiuse. Anche stamattina erano lì, in segno di protesta, come da una settimana non hanno mai smesso di fare, chiedendo allo Stato di non essere abbandonati e di avere certezze sul loro posto di lavoro.
RAFFAELLA CARUSO