Due notizie nelle ultime ore hanno scosso l’intero paese e il governo alimentando le incertezze. In primis, il caos che angustia il mondo della scuola che non accenna a diradarsi, in secundis il calo degli occupati. Ma andiamo per ordine. La scuola fra pochi giorni benché ci sia stato un aumento dei contagi, spergiurano dal governo che ricomincerà, ma le nubi sono ancora tante. Infatti, tredici mila docenti sono risultati positivi dopo essersi sottoposti volontariamente alle prove seriologiche. Ancora tanti i problemi per una serena e certa ripartenza. La mancanza dei banchi, il cui arrivo era stato annunziato per l’inizio dell’anno scolastico. La mancanza di aule idonee ad ospitare gli allievi in attuazione delle norme anti-coronavirus, anch’esse annuvolate nella confusività. La mancanza dei docenti e il nodo quarantena, nel caso in cui un allievo risultasse positivo, vieppiù la misurazione della temperatura a casa. Come se non bastasse, un altra tegola si abbatte sul governo, ovvero il notevole calo degli occupati nel secondo semestre di circa 470 mila unità e di oltre 800 mila se comparati ad un anno fa. Questo nonostante il governo abbia previsto un blocco dei licenziamenti, ma la crisi purtroppo fa sentire i suoi funesti effetti. Il calo più marcato si ha al sud con circa il 5.3% di occupati in meno. I settori più colpiti dalla crisi si confermano essere quelli della ristorazione e del turismo. La ripresa della produzione industriale ne attutisce solo in parte le conseguenze. Ergo, per il governo si preannunzia un autunno rovente su vari fronti, nondimeno quello elettorale. Tante le indecisioni e i traccheggiamenti, per un paese che necessita di riforme e come detto ex post varie altre volte nella presente rubrica di una sburocratizzazione. Occorre per tale motivo cogliere l’occasione del Fondo di Ripresa Europeo e spenderne adeguatamente i fondi concessaci, per realizzare quelle riforme divenute da tempo impreteribili.
Francesco Grossi