Il fascicolo del governo su come impiegare i danari del fondo di ripresa, circa 209 miliardi, é di trenta pagine. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in visita a Norcia nei giorni scorsi ha profferito ai giovani come i 209 miliardi concessaci dall’Europa sia un’occasione da non sprecare assolutamente, previa il fallimento dell’esecutivo. Sa bene Conte come il governo abbia in mano un vero e proprio cerino fra le mani, con le attenzioni dell’Europa e di un intero paese. Occorre un programma pluriennale per l’impiego ad hoc e congruo dei tanti danari succitati. Non bastano le “communis opinio” degli esperti, occorre tramutare l’azione da potenza in atto. Per un paese il nostro, che ha subito le perdite economiche più elevate dell’intera Europa, si stima infatti, una decrescita del Prodotto Interno Lordo di circa il 10% per il 2020 e una potenziale crescita di circa il 5% per il 2021. L’Italia abbisogna di investimenti e politiche espansionistiche, non solo di bonus, talaltro incagliati nelle grinfie della burocrazia, per tale motivo talvolta non regolarmente percepiti dai beneficiari. Nel frattempo in Europa, si respira un’aria nuova e salubre, con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, che promette la revisione della convenzione di Dublino sui migranti e maggiore solidarietà fra i paesi europei. Inoltre la stessa, ha annunziato di voler investire negli anni venturi sull’energia verde e la digitalizzazione, oltreché sulla sanità, per la quale si terrà un vertice in Italia. Un 30% delle risorse del fondo di ripresa dovrebbe essere destinato alla transizione verde per una reductio delle emissioni entro il 2030. Occorre agire con concretezza e lungimiranza, come direbbero i latini e Orazio, Carpe Diem.
Francesco Grossi