Ieri avevamo scritto per la presente rubrica, come la situazione del contagio e della diffusione del Coronavirus stesse divenendo deteriore negli ultimi giorni. Orbene, benché i dati siano notevolmente positivi se commensurati agli altri paesi europei, dei quali già ieri avevamo fornito qualche dato circa la diffusione nel continente europeo, nei dati odierni resi noti dal ministero della salute, i contagi sono ulteriormente saliti, balzando ad oltre quattromila in un giorno . Era da fine aprile che l’Italia non registrava dati similari. In una settimana secondo i dati in possesso della fondazione Gimbe i contagi sono aumentati di circa il 42%. Un aumento, sempre circa la fondazione che è sostenuto ma costante. L’Istituto Superiore di Sanità rende noto un altro dato eminente, ovvero quello delle morti al di sotto dei cinquanta anni che ammonta a circa l’1% dei trentaseimila decessi, senza la comorbilità ovvero la presenza di pregresse patologie. Il governo nel frattempo non esclude nelle ultime ore ulteriori misure restrittive, mentre il rapporto positività-tamponi effettuati oltrepassa la soglia del 3%. Ergo, prepariamoci ad un autunno di passione e rovente per quanto concerne la situazione sanitaria, con alle porte la stagione influenzale. Complesso è infatti, come già sappiamo, distinguere i sintomi influenzali da quelli del Coronavirus, i quali sono quasi sempre consimilari. Se ci ritenevamo essere illibati da questa nuova ondata v’é da dire che purtroppo non è cosi. Come già detto nel precedente articolo, non occorre che il governo emani provvedimenti ad hoc, o, meglio per essere corretti non occorre solo questo, ma che ancor di più noi tutti comuni cittadini costituenti la comunità dello stato li seguiamo. Perché se in questi giorni la situazione epidemiologica del nostro paese è migliore se comparata agli altri paesi, è perché abbiamo compiuto dei sacrifici, che non bisogna sperperare. Essere responsabili. Questo è il caveat che non bisogna mai dimenticare, finché non ci sarà un vaccino o una “cura”, che debelli il virus.
Francesco Grossi