SHOPPING ONLINE: NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA
Siamo sempre più avvezzi allo shopping online. Un paio di anni fa l’e-commerce in Italia non era proprio in cima alle classifiche, anzi era chiaro uno scarto evidente soprattutto se si paragonavano in percentuale i nostri numeri con quelli di altri paesi come l’America o anche per andare un po’ meno lontani, l’Inghilterra.
Poi le nostre abitudini sono cambiate, o meglio, la tendenza, ancora “tiepida” che mostrava una certa crescita verso gli acquisti online ha preso una vera e propria impennata con l’emergenza sanitaria.
Sono ufficialmente entrate a far parte del nostro quotidiano parole come smart working, zoom, delivery, Amazon, rider, piattaforma, webinar. Tutti termini che hanno a che fare con l’acquisto o la fruizione di beni o servizi rigorosamente online.
Molti lavori dall’ufficio si sono spostati a casa e la gestione del tempo ha cambiato forma. Si esce meno e ovviamente questo ha inciso anche sul consumo. Scontato dirlo, si naviga online molto di più.
Ecco, quindi, che lo shopping in rete è diventato un must sia per chi cerca beni o servizi, sia per chi li eroga tanto che ormai la vetrina virtuale non è più un optional ma una sorta di obbligo per chi vende prodotti. Chi li acquista però, trovandosi appunto di fronte a una vetrina virtuale non sempre ha modo di verificarne la legalità. Non sempre ha modo di sapere se la transazione che si effettua su quel dato sito è protetta e sicura. Questo vale sia per beni ma anche per servizi, in particolare quelli legati all’intrattenimento.
Certo affidarsi ai grandi portali o le grandi piattaforme aiuta, vedi appunto Amazon o Netflix per le serie TV, oppure Starvegas per il gambling, o ancora Uber Eats per il delivery food; ma se troviamo delle offerte che ci sembrano molto vantaggiose e non conosciamo o non abbiamo mai utilizzato quel determinato sito, cosa possiamo fare?
Questi sono pochissimi ma fondamentali accorgimenti che se già non abbiamo “fatto nostri” dobbiamo abituarci ad adottare. Ricordando sempre che, anche quando si va “a pesca” in rete, non è detto che sia oro quel che luccica.