Tenta di uccidere la convivente buttandola dal balcone, arrestato in flagranza a Reggio Calabria

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E’ stato il tempestivo intervento dei Carabinieri della Stazione di Rione Modena ad evitare la tragedia. Ed è così che un uomo reggino 38enne, già in passato responsabile di maltrattamenti ai danni della propria convivente, una reggina 41enne con la quale aveva intrattenuto una relazione di circa 2 anni, mediante lesioni aggravate e minacce, è finito in manette per il reato di tentato omicidio.

Nei fatti, venerdì pomeriggio, l’uomo – dal dicembre 2014 destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento alla persona offesa alla luce dei pregressi comportamenti violenti – si portava presso l’appartamento della convivente sito in Viale Calabria, ove al termine di una discussione ed in presenza del loro figlio minore, la trascinava con forza sul balcone dell’abitazione sita al terzo piano, minacciando e tentando di lanciarla dal vuoto. I Carabinieri della Stazione di Modena, già a conoscenza delle pregresse situazioni di contrasto in quell’ambito familiare, attivati dai vicini preoccupati dalle urla della donna e dalle sue invocazioni di aiuto,  si portavano immediatamente nei pressi dello stabile. Qui giunti, dopo aver sfondato la porta d’ingresso dell’abitazione, si introducevano all’interno, interrompendo l’azione criminosa dell’uomo.

A seguito della sua furia, la donna riportava anche ulteriori lesioni per escoriazioni al collo, contusioni al braccio destro e ferita lacero contusa regione fronte-temporale destro, oltre a quelle che era stata costretta a subire in passato alle costole e ancora non guarite.

Nel corso del fine settimana, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria convalidava l’arresto eseguito dai Carabinieri, disponendo, alla luce della gravità della sua condotta, la misura cautelare della custodia cautelare in carcere per il reato di tentato omicidio pluriaggravato dalla crudeltà e dalla commissione del reato di maltrattamenti in famiglia. Pertanto, il reo, al termine dell’interrogatorio di garanzia, veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria Arghillà.

 

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