Botta e risposta tra il capogruppo di Forza Italia Nicolò ed i capigruppo del Pd Sebi Romeo e dei Democratici Progressisti Giuseppe Giudiceandrea, in merito alla convocazione del consiglio regionale.
“Forza Italia non parteciperà alla seduta del Consiglio regionale del prossimo 20 maggio”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare, Alessandro Nicolò.
“In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo – sottolinea Nicolò – avevamo posto all’attenzione del Presidente Scalzo la necessità di dedicare la seduta consiliare esclusivamente ai temi istituzionali. In particolare, dai lavori della Conferenza era stato ribadito che per rispetto di una prassi istituzionale consolidata, in questa fase di campagna elettorale che precede le elezioni amministrative in diversi comuni della nostra regione, il Consiglio non si dovesse occupare di temi con valenza politica, che possano anche influenzare il voto. Tale richiesta, come certificato dal documento finale della Conferenza dei Gruppi, era stata unanimemente condivisa. Il presidente Scalzo, dunque, disattendendo quel deliberato, ha posto in essere uno strappo istituzionale e minato la credibilità stessa dell’organismo. E’ un precedente – prosegue Alessandro Nicolò – che desta preoccupazione ed evidenzia uno stato di malessere dell’attuale dell’Assemblea legislativa, già duramente sacrificata nella sua autonomia dalla mancanza di risorse finanziarie necessarie affinchè possa incarnare compiutamente il proprio ruolo di produttore di leggi e norme, stante la scarsità dei fondi necessari alla copertura di leggi ordinarie. In un quadro di così diffuso malessere – afferma Alessandro Nicolò – ci saremmo aspettati un diverso atteggiamento dal presidente Scalzo, il quale, facendo venire meno il valore della concertazione tra i gruppi consiliari che è alla base della democrazia, ha così abbassato il profilo qualitativo della rappresentanza istituzionale”.
“Siamo francamente sorpresi dalla dichiarazione del presidente del gruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò. Nel corso dell’ultima conferenza dei capigruppo – affermano Sebi Romeo e Giuseppe Giudiceandrea, capigruppo del Pd e di Democratici Progressisti – si era concordato che la prossima seduta del Consiglio regionale sarebbe stata dedicata a temi istituzionali e non politici, considerata l’imminenza del prossimo turno di elezioni amministrative che coinvolgerà alcuni importanti comuni calabresi. Siamo sorpresi, proprio perché riteniamo che non ci sia nulla di più istituzionale di un Consiglio dedicato a interrogazioni e mozioni, molte delle quali depositate da rappresentanti della minoranza. Addirittura, alcuni di questi provvedimenti recano la firma congiunta di consiglieri di maggioranza e opposizione, a testimonianza dell’assoluto rigore del comportamento del presidente Scalzo, ma anche del pieno rispetto della volontà della Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari”. Ancora i due esponenti della maggioranza: “Non comprendiamo, anche perché questo Nicolò non lo dice, quale sia il tema politico che il Consiglio si appresterebbe ad affrontare. Né crediamo che un consigliere esperto come il capogruppo di Forza Italia possa considerare ‘politico’ l’inserimento all’ordine del giorno di una ‘clausola di salvaguardia’, volta a consentire la discussione dei provvedimenti eventualmente licenziati dalle commissioni, se coerenti con il profilo istituzionale richiesto. E’ comprensibile che il collega Alessandro Nicolò cerchi di alzare i toni e monti ad arte una polemica che, ripetiamo, sarebbe altrimenti inspiegabile e priva di motivazione: per il partito che lui rappresenta in Consiglio regionale, infatti, è un momento di enorme difficoltà, come dimostra l’ormai inarrestabile emorragia di consensi e il tracollo che, da ultimo, è arrivato a Trento e Bolzano. Fare polemica è un modo di fare politica, specie in campagna elettorale. Ma rischia di essere paradossale criticare l’atteggiamento pienamente istituzionale che Tonino Scalzo ha dimostrato anche in questa circostanza, mantenendo equilibrio e rispetto di ogni sensibilità presente in Consiglio regionale, come comprova il fatto stesso che all’esame del Consiglio ci siano provvedimenti firmati dallo stesso Nicolò.”