Elezioni Gioia Tauro, intervista a Giuseppe Pedà

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Intervista a Giuseppe Pedà candidato a sindaco di Gioia Tauro a guida della coalizione Roosevelt con a sostegno le liste di Forza Italia, Centro democratico e Alleanza popolare

Per quale motivo un cittadino di Gioia Tauro dovrebbe scegliere di votarla piuttosto che andare a mare?

Intanto perché le due cose non sono fra di loro incompatibili. Si può andare al seggio di prima mattina per poi godersi una auspicabile giornata di sole. A parte gli scherzi, chi sceglie di non partecipare sceglie di non contare. E’ importante che i cittadini votino a prescindere. Io offro alla città un progetto concreto politicamente e culturalmente attrezzato. Non mi sono limitato ad inveire contro tutto e contro tutti. Il popolo sovrano farà le sue scelte.

Ci piacerebbe parlare anche di programmi, ma soprattutto alla gente importa tanto sapere chi sono i volti che danno forma alle liste. Con che criterio sono stati scelti i candidati a consigliere? Teme di aver fatto poco contro gli impresentabili, o ha applicato un rigido controllo?

Guardi io non amo la distinzione puri/impuri, preludio per ogni tentazione di tipo totalitario. Come diceva Kant “l’umanità è fatta di un legno storto”, per cui è pericoloso ed inutile inseguire un miraggio di purezza e perfezione. Io ho in lista uomini e donne che, come tutti, hanno pregi e difetti. Ognuno di loro sarà giudicato dai comportamenti che porrà in essere. I più trasparenti, rigorosi e desiderosi di migliorare diverranno in automatico classe dirigente. Non esistono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. La realtà è sempre complessa ed articolata. Mi piace ricordare un aforisma di Blaise Pascal: “Anche nel sommo bene esiste un barlume di male, così come nel sommo male un barlume di bene”.

 

Veniamo alle questioni cruciali per la città: Che ruolo pensa di giocare, se eletto sindaco, sullo sviluppo del Porto e sulla vicenda dell’ospedale?

Con me sindaco cambierà tutto. Ripristinerò il primato della democrazia oggi attaccata da poteri non rappresentativi che decidono sulla testa dei cittadini. Tutti dovrebbero sentire la necessità di fare insieme a me una battaglia in difesa della sovranità popolare. Il Porto non porta benefici ai cittadini e la Sanità è al collasso perché la voce di chi dovrebbe garantire l’interesse generale è fioca. La amministrazione che io immagino sarà forte e autorevole. Nessuno potrà più trattarci da questuanti o subalterni.

 

In una città così al centro degli occhi degli investigatori, come si evita di far sciogliere il Consiglio comunale per l’ennesima volta o comunque come pensa di tenere lontano la ‘ndrangheta dal palazzo comunale?

 

La ‘ndrangheta è più forte quando la politica è più debole. Io non consentirò a nessuno di condizionare le scelte di indirizzo prese in coscienza e libertà da una mia ipotetica e futuribile giunta. Chi rifiuta senza ambiguità il sostegno elettorale della mafia non è poi ricattabile. Certo, sono sempre possibili atti di ritorsione anche violenti. E’ normale avere paura. Il coraggio è figlio di una sana gestione della paura. Il sindaco è un rappresentante dello Stato.  E io so che lo Stato democratico oggi, molto più che nel passato, è in grado di garantire la sicurezza degli uomini onesti.

 

L’allarme ambientale non può essere sottovalutato in una città che ospita l’inceneritore, ha un’alta incidenza di tumori ed è sede del depuratore consortile. Come pensa di tutelare il diritto alla salute dei gioiesi?

Abbiamo dedicato un apposito forum al tema in oggetto. Sono emerse posizioni diverse, alla politica il compito di fare sintesi tra approcci differenti. Io credo che usare il ricatto occupazionale per implementare sul territorio impianti potenzialmente nocivi sia oltremodo meschino. Ho proposto la formazione di un ente autonomo per la gestione e il controllo dell’inquinamento. Conoscere per deliberare. In ogni caso in cima alla mia scala dei valori c’è la salvaguardia della salute del cittadino. Per cui, di fronte anche al solo sospetto di pericoli per i gioiesi, prenderò senza remore decisioni forti e conseguenti.

La vocazione commerciale di Gioia rischia di essere marginale in anni di crisi economica così violenta. Un sindaco cosa può fare per restituire linfa economica a questo comune?

Un sindaco da solo può poco, ma la politica nel suo insieme può molto. L’economia va male perché le politiche di austerità, applicate da destra a sinistra, hanno distrutto il tessuto produttivo del Paese. Bisogna imporre un nuovo modello macroeconomico.E bisogna farlo rivolgendosi a tutti quelli che sono in buona fede.

Concludiamo con il “toto-ballottaggio”: qualora ci fosse il secondo turno e lei concorresse per la vittoria finale, chiederebbe apparentamenti? A quale degli altri candidati sindaco si sente più vicino?

Sono concentrato solo sulla mia coalizione. Rispetto tutti ma non temo nessuno,faccio fatica ad intravedere similitudini con i miei competitori perché molti di loro avendo già amministrato tendono a rinfacciarsi i fallimenti del passato e del presente, la mia prospettiva invece è interamente rivolta al futuro.

 

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