Un chirurgo ortopedico che nel 2013 fece una diagnosi sbagliata a ad un 20enne poi morto per le conseguenze di quell’errore, é stato condannato in via definitiva per omicidio colposo.
È la sentenza definitiva, confermata dalla Cassazione.
Il giovane, che andò a farsi visitare per un dolore al ginocchio, aveva un tumore, di cui il medico non si accorse: fu operato, subì l’amputazione della gamba e alla fine morì, nel 2014, dopo 17 mesi di agonia.
Il tumore venne infatti scambiato per una frattura.
Il 4 maggio 2013, alla casa di cura Nuova Itor di Roma, al giovane venne diagnosticata una frattura causata da una partita di calcetto, anche se il giovane disse di non ricordare cadute o contrasti particolarmente gravi. Il dolore al ginocchio, però, non gli lasciava tregua da giorni. Le lastre mostravano già la presenza del tumore ma il medico non se ne accorse e decise di operare il ragazzo, peggiorando la situazione.
Poco tempo dopo l’intervento, il cancro, un osteosarcoma molto aggressivo, andò in metastasi e a quel punto l’unica cosa rimasta da fare era l’amputazione della gamba. Ma anche questa estrema soluzione non risolse la situazione eil ragazzo morì, il 30 ottobre 2014, dopo 17 lunghi mesi di agonia.