La Sanità calabrese, prima “fatta a Pezzi” ed oggi avviata su “una strada Scura (più della mezzanotte)”, è certamente la più colpita, tra le tante carenze che affliggono la nostra regione, da tagli lineari (si dice imposti dal governo, che pensiamo possa e debba occuparsi prima di tutto di tagliare in modo lineare stipendi e bonus di questa disgraziata classe politica che ci ritroviamo e di cui non vogliamo liberarci, grazie anche alle sempre più astruse norme elettorali che ne regolano la rielezione) che risultano sempre dannosi oltre ogni apporto positivo, per cui ci troviamo a doverci confrontare con la chiusura, dopo accurati tagli che ne annullano l’operatività, di ospedali o con la loro trasformazione in hab, spoke o altre sigle incomprensibili alla maggioranza dei cittadini; con la mancata assistenza ad anziani e portatori di handicap o di particolari patologie; con lo smantellamento di interi reparti “di eccellenza”; addirittura con cruente guerre di campanile rispetto alla ubicazione delle Facoltà di Medicina e di quelle consimili.
Come accennavamo sopra la gran parte delle responsabilità è da addebitare alla nostra cosiddetta “classe politica”, certo più impegnata in altre attività (come le ultime cronache giudiziarie dimostrano ancora una volta) che non adusi a lavorare per il bene della Comunità che li ha eletti. Una classe politica che continua a stracciarsi le vesti ogni volta che si giunge ad una chiusura di strutture essenziali per la Comunità ma mai pronta a lottare allorchè queste chiusure vengono prefigurate e vengono perseguite – vedi oggi l’Ospedale di Soveria Mannelli o quello di Polistena o l’accorpamento tra Pugliese e Mater Domini (non prima di averne depotenziato Cardiochirurgia, distrutto Oncologia ed aver fatto marcia indietro sulla costruzione della nuova struttura ospedaliera) – non senza dichiararsi spesso “incompetente” (nell’accezione di non avere competenze) rispetto ad iter burocratici (vedi Marrelli Hospital) ovvero destinando cifre irrisorie, adducendo problemi di bilancio, rispetto a servizi essenziali da fornire ai cittadini (vedi fondi alle Aziende che si occupano di anziani e malati cronici, che dal 15 luglio minacciano di chiudere).
Un sistema che avevamo nettamente denunciato in una nota del 16 agosto dello scorso anno e che oggi torna, purtroppo, di scottante attualità in tutto il suo potenziale di
dolore e di angoscia per ogni ammalato ed ogni famiglia coinvolta si porta appresso quotidianamente, oltre quella derivante direttamente dalla malattia.
In tutto ciò si inserisce l’ultima perla del settore. Il 31 dicembre scade la convenzione tra il reparto di Chirurgia Pediatria dell’Ospedale Pugliese e la Clinica del Bambin Gesù di Roma e sono partite le manovre dei tifosi delle due ipotesi (rinnovo o definitiva cessazione), entrambe cercando di sfruttare i sentimenti ed il dolore, come dicevamo, dei malati e delle loro famiglie. Anche su ciò eravamo stati costretti ad intervenire con una dura nota il 13 ottobre 2013 allorchè successe un fatto veramente increscioso occorso nei corridoi del Pugliese, episodio emblematico del clima e dei rapporti che si erano instaurati tra gli operatori dei due enti ospedalieri, teatro di scontro sulla pelle sempre dei poveri ammalati.
Ebbene, senza voler rinvangare ma nell’esclusivo interesse degli ammalati, riteniamo che l’unica ipotesi che permetterebbe di salvaguardare anzitutto l’interesse primario di chi è costretto al ricovero ed alla cura è quello che si vada verso la creazione di un centro specializzato di eccellenza, e non diteci che non è possibile se è vero che si potrebbero utilizzare i soldi della convenzione per riportare in Calabria alcuni dei nostri conterranei che tanto bene fanno fuori dai confini della nostra regione o addirittura in altri stati e continenti, nel campo medico come in tutti gli altri. Un Centro che raccolga alcune di queste eccellenze e che offra servizi veramente di qualità, eliminando una volta per tutte i famigerati “viaggi della speranza” che costano tanti soldi e tanto dolore alla nostra Comunità. Nel frattempo si potrebbe temporaneamente rinnovare – magari per un anno – la convenzione col Bambin Gesù, cercando di salvaguardare anche i tanti bambini che sono in corso di terapia, non lasciandoli in balia del fato come accaduto ai malati oncologici del Campanella, lasciati senza cure e senza medicine da un giorno all’altro.
Una nuova e migliore Sanità si può, anche in Calabria. Basta volerlo!
Il Portavoce della Federazione FIAIMMA TRICOLORE di CATANZARO
Natale GIAIMO