Viviamo in un periodo storico nel quale molti giovani calabresi e della Piana in particolare sono costretti ad emigrare per tentare di costruire una vita migliora, tra questi c’è anche chi lascia la propria terra d’origine con la speranza di realizzare un sogno. Uno di questi è Antonello Condoluci, un giovane rosarnese che ha la musica nelle vene, ed ha deciso di trasferirsi a Napoli, città che ha sfornato e sta sfornando decine e decine di cantanti conosciuti in Italia e nel mondo . Con il suo primo album “Astronauti” sta iniziando a farsi conoscere in Campania, e nella sua terra, con la speranza che possa iniziare una carriera piena di successi. Antonello ha voluto raccontare a Zmedia la sua storia…
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
A 11 anni i miei genitori mi iscrissero a scuola di musica per imparare a suonare il pianoforte, sognando di diventare un grande musicista. Dopo qualche anno ho iniziato a comporre musica e successivamente scrivere dei testi. E’ stato tutto molto naturale.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Ho iniziato a cantare in pubblico a 16 anni, con la mia prima Band “i Discordia”, che mi ha accompagnato per anni nei locali e piazze della Calabria. Ricordo che lasciai il gruppo nel 2005 per trasferirmi a Roma e studiare canto a Cinecittà con Mariagrazia Fontana e Tosca.
Dopo mille concorsi e selezioni per programmi televisivi, provini per Sanremo, nel 2013 incontro il mio attuale produttore artistico Marco Canigiula dove inizia un’intensa collaborazione per il mio primo album di inediti “Astronauti”
Cos’è la musica per te?
Per me la musica è linfa vitale, un miracolo.
Quando sono triste, vorrei sfogarmi o prendermela con qualcuno mi metto le cuffie e ascolto la musica ad alto volume e subito mi passa ogni rancore
Cosa provi quando canti?
Quando canto entro in un mondo tutto mio, dimentico tutte le cose negative, sono felice, sono energia. Il pubblico avverte sempre queste onde positive.
Quali sono i lati positivi e i negativi nell’essere cantante?
Chi canta ha un grande dono, è come avere due bellissime ali dorate. Ma queste ali hanno bisogno di molte cure, vanno educate e protette dall’usura del tempo.
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Moltissimo, perché se scrivi un testo banale rischi di non valorizzare la musica e lo stesso vale naturalmente al contrario: se ho un testo bellissimo ma la musica non lo accompagna degnamente, quel testo perde di valore e di credibilità.
Tra le tue esperienze e partecipazioni, quali ricordi con soddisfazione?
Ho girato l’Italia per partecipare a innumerevoli concorsi, quello che ricordo con maggiore soddisfazione vedeva come presidente di giuria il Maestro Peppe Vesicchio che scelse me come vincitore assoluto della manifestazione per essere presentato alle selezioni di Sanremo giovani.
Quali sono i tuoi piani futuri?
E’ appena uscito il mio primo album “Astronauti”, per ora sto pensado alla promozione in giro per i locali e le radio. Ad agosto uscirà il video del mio prossimo singolo “Tra le braccia del sole” già in rotazione in alcune radio della Campania e poi sto già scrivendo le canzoni per il mio prossimo disco.
Come ti senti prima di un live?
Prima di iniziare a cantare ho sempre un nodo in gola e il cuore che batte a mille. Mi sento così emozionato che a volte mi vengono anche delle fitte allo stomaco, ma nessuno mi crede… So nascondere bene le mie ansie. (ride, ndr)
Hai mai paura di sbagliare ad un live?
Si sempre! La mia paura più grande è quella di dimenticare i testi delle canzoni.
Quali sono i tuoi punti di riferimento a cui ti ispiri?
Da piccolo ascoltavo le musicasette di mio padre.
Riccardo Cocciante era tra gli artisti che preferivo in assoluto per la forza espressiva della sua voce.
Battisti, Tiziano Ferro, Negramaro, Muse… Sono tanti gli artisti che amo e che hanno influenzato la mia musica e il mio modo di cantare
Con quali altri cantanti vorresti esibirti?
Potrei farti una lista infinita.Cocciante, Ferro, Negramaro, Baglioni, Elisa! Ho sempre sognato un duetto con Mietta, la conosco da tantissimi anni, chissà nel prossimo disco.
Cosa ne pensano i tuoi familiari e i tuoi amici riguardo a questa tua scelta di intraprendere questa strada?
Intraprendere questa strada non è stata una scelta ma una vocazione.
Lo sanno tutti che fare il cantante e avere successo è un terno al lotto! Ma nella vita è importante seguire sempre la propria natura e i propri desideri. Mia madre e mia sorella mi hanno sempre sostenuto e aiutato economicamente, mio padre e mio fratello invece mi prendevano in giro e mi scoraggiavano. Nel tempo fortunatamente si sono dovuti ricredere. I miei amici vengono sempre alle mie serate, cantando le mie canzoni e dandomi molti consigli. Sono fieri di me e questo mi gratifica molto.
Infine ti chiedo visto che ci sono tanti ragazzi/e che sognano di diventare cantanti.. Che consigli gli dai?
Più passano gli anni è più diventa difficile fare il cantante perché oggi tutti cantano, tutti hanno delle voci pazzesche.
Il consiglio che mi sento di dare è quello di essere umili.
Molte ragazze solo perchè sono intonate e hanno un bella voce si sentono Whitney Houston! Ho visto cantanti alle prime armi atteggiarsi come le star… Questo succede per colpa dei genitori che gli montano la testa!!! Insegnate ai vostri figli ad essere umili. E poi bisogna studiare, studiare e studiare. Il vero cantante non è quello che strilla di più!
Grazie Antonello per averci dedicato questa piacevole intervista a noi concessa, e ti auguro un futuro roseo e pieno di soddisfazioni…
Grazie mille a voi che mi avete dato questa opportunità a farmi conoscere a tutta la mia patria. Alla prossima !!!
Francesco Tripodi