Migliaia di euro in banconote – alcune bruciate – sono state trovate all’interno dell’appartamento della famiglia Corasoniti, distrutto a Catanzaro da un incendio che ha provocato la morte dei fratelli Saverio – che era affetto da autismo – Aldo e Mattia di 22, 16 e 12 anni.
Le banconote sono state trovate nel corso del sopralluogo effettuato dai carabinieri della scientifica del Comando provinciale di Catanzaro e i Vigili del fuoco effettuato martedì scorso. Quale sia la rilevanza del ritrovamento dovrà stabilirlo il pm della Procura di Catanzaro Francesco Bordonali che coordina le indagini sulle cause dell’incendio condotte dai carabinieri.
Al pm, nei giorni scorsi, si è rivolto anche uno dei legali della famiglia, l’avv. Francesco Gigliotti, che ha sollecitato una serie di accertamenti ulteriori, quali l’utilizzo del luminol per la ricerca di tracce organiche e la ricerca di tutte le chiavi dell’appartamento, sia quella della porta di ingresso (trovata chiusa a chiave) che delle porte interne, alcune delle quali, sarebbero state chiuse.
L’intento, aveva spiegato il legale è quello di battere tutte le piste e non lasciare nulla di intentato. Il legale ha anche chiesto l’analisi dei tabulati telefonici per capire quali movimenti siano stati fatti prima dell’incendio, se sia stato chiesto aiuto e a chi.
Erano integri i corpi di Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo (15) e Mattia (12 anni) Corasoniti, i tre fratelli morti nella notte tra il 21 e il 22 ottobre scorsi nell’incendio che ha distrutto il loro appartamento, in una palazzina popolare del quartiere Pistoia di Catanzaro. La morte dunque dovrebbe essere stata causata da asfissia. È questo un primo dato emerso dall’esame autoptico effettuato ieri mattina dal medico legale nominato dalla Procura di Catanzaro, Giulio Di Mizio, con la supervisione dei periti della famiglia, Isabella Aquila e Pietrantonio Ricci.
I coniugi Corasoniti/Mazzei sono rappresentati anche dagli avvocati Francesco Gigliotti e Valentina Macrì. Un responso
certo sulle cause del decesso potrà venire dal risultato delle analisi effettuate nel corso dell’esame autoptico. Restano in ospedale, intanto, sempre in gravi condizioni, il padre delle vittime, Vitaliano Corasoniti, di 42 anni, un altro figlio, Antonello (14), rimasti intossicati, ricoverati nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Catanzaro; la madre Rita Mazzei (41), portata nel Centro grandi ustionati di Bari, e una sorella, Zaira Mara (10), che si trova nel reparto di
Rianimazione pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli.