“Il Governo nazionale deve esprimere una linea chiara sul futuro del Mezzogiorno e segnatamente sui programmi di sviluppo per la Calabria. Sorprende preoccupa che a distanza di poche ore dalla mega intervista su ‘La Repubblica’, il ministro Delrio cominci a mettere paletti sulle sfide di ammodernamento della intermodalità e della mobilità, di merci e passeggeri”.
Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Fora Italia, Alessandro Nicolò.
”Qui non si tratta di misurarsi con il vuoto della comunicazione istituzionale, ma aprire una vertenza immediata tra la Regione ed il Governo Renzi, per conoscere il dettaglio degli interventi che Anas, Ferrovie dello Stato ed altri grandi enti, stanno preparando per la Calabria. Non basta, quindi, una semplice comparsata sulla stampa nazionale per farci stare tranquilli, magari inebriandoci con il ‘profumo degli investimenti’ – sottolinea Nicolò – ed il giorno dopo cominciare a fare le pulci all’Alta velocità, al gateway di Gioia Tauro, ai collegamenti stradali e ferroviari tirreno- ionici. A fronte di questo dubbi palesati apertamente da Delrio, la Regione Calabria deve mettere in campo una forte reazione politica, con un approfondito dibattito in Consiglio regionale, per presentarsi non con il cappello in mano per richiedere gli interventi necessari, ma con la dignità politica, istituzionale e umana che i calabresi sanno esprimere compiutamente. Se la prospettiva, cito ad esempio, è di collegare Messina con Palermo in appena 43 minuti di treno, perché, considerate le orografie simili tra le due regioni, Reggio Calabria e Salerno non possono avere stessa sorte? I costi sono certamente alti, ma se l’orientamento politico del Governo Renzi è continuare ad infoltire il nord del Paese di terminal, di aree di scambio sulle direttrici sud-nord Europa, o guardare verso l’asse Lione-Parigi-Calais-Londra, è chiaro che col tempo si assottiglierà la somma disponibile per gli investimenti da destinare al Mezzogiorno ed alla Calabria. Renzi e Delrio – prosegue Nicolò – non possono tacere oltre sulla riorganizzazione di Gioia Tauro! Il provvedimento deciso dalla Regione di compartecipare con un proprio finanziamento all’abbassamento delle tasse di ancoraggio è certamente utile congiunturalmente ai fini di una richiesta di forte attenzione nazionale per il secondo più grande scalo container del Mediterraneo. Va da se, però – sottolinea ancora Alessandro Nicolò – che il cincischiare del Governo dinanzi al raddoppio dei traffici di merci e persone dal Sud–Est asiatico vero la ricca Europa in transito da Suez, impone adeguamenti immediati per quel che riguarda il porto di Gioia Tauro, che non è mai stata solo una risorsa della Calabria, ma la sponda economica vera, la prima porta europea nel sud del Mediterraneo. In queste settimane – prosegue Nicolò – le politiche economiche proposte dal Governo Renzi, peraltro gli approfondimenti saranno meglio esplicitati a settembre, rischiano di apparire come l’ennesimo boatos mediatico di cui lo stesso presidente del Consiglio dei Ministri conferma di essere superesperto. Il presidente Oliverio e la sua maggioranza devono comprendere che la partita è davvero imponente e che non bastano da soli ad incardinare una discussione credibile con il Governo. Non possiamo accettare, come Regione, di venire dirottati dinanzi al solito sinedrio di grand commis dello Stato o di direttori generali, ma di avere impegni diretti e certi da chi ha la responsabilità politica in questo momento storico di dirigere il Paese, dentro cui la Calabria è la regione più depressa e debilitata dalla crisi”.