“Su Gioia Tauro e il porto la Regione ed il Governo giocano col fuoco. Si sappia che la Calabria, questa volta, nonostante i precedenti inaugurati dal centrosinistra del presidente Oliverio, non andrà col cappello in mano a Roma. Ognuno – afferma il presidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò – inizi ad assumersi le proprie responsabilità”. Nicolò, all’indomani dello sciopero, chiede “immediatamente una seduta del Consiglio regionale, alla presenza di un esponente del Governo. La protesta dei lavoratori – spiega – e l’offuscarsi delle prospettive di uno dei punti di forza più importanti del Mezzogiorno italiano qual è il porto di Gioia Tauro, esigono un confronto pubblico e senza riserve mentali. Un confronto in cui ogni carta sia messa sul tavolo e resi trasparenti gli impegni e i punti di criticità. Su questa vicenda, così fondamentale per l’economia della Calabria e del Paese, qualora i risvolti fossero negativi, non sarebbe fuor di luogo una mozione di sfiducia verso l’attuale assetto di governo della Regione. Deve essere insomma chiaro, in Calabria ed in Italia, che se Gioia Tauro perde la partita non ce ne staremo con le mani in mano”.
Aggiunge il capogruppo di Forza Italia: “Non possono più essere ignorate le potenzialità del porto di Gioia Tauro. Ciò che sta accadendo è una delegittimazione costante, perpetuata dal governo regionale sulla delicata questione inerente le strategie messe in atto per lo scalo gioiese. Al momento, non si conosce il progetto che si intende concretizzare alla luce delle ultime vicissitudini che investono la portualità nel Mediterraneo e nel mondo. Perciò, condividiamo pienapienamente le ansiwe, le preoccupazioni e le proteste dei portuali che, anche con la manifestazione di sabato, hanno segnalato un problema occupazionale e, contemporaneamente, l’urgenza che con loro scenda in campo la Calabria, per chiarire, qualora ce ne fosse bisogno, che a Gioia Tauro esiste un’infrastruttura dalle enormi potenzialità collegata con i maggiori porti mondiali e che ancora e dopo anni, è tenuta ai margini. Probabilmente – sottolinea Nicolò – a causa di interessi economici e strategie politiche che non guardano certamente allo sviluppo del Mezzogiorno di cui, come si evince dai fatti, non si occupano affatto. Gioia Tauro e il porto, anzi, dimostrano che per Renzi la Calabria invece di essere ‘la madre di tutte le battaglie’ è un territorio visto come un fastidio. Un ostacolo piuttosto che una risorsa”.
Conclude il capogruppo di Forza Italia: “A Gioia Tauro serve una vera svolta. Senza più i giochi di parole cui ci ha abituato un Pd indeciso su tutto, tranne che sugli organigrammi di potere. Il porto di Gioia Tauro deve diventare un vero motore di sviluppo, aperto e stimolante per il territorio circostante, diversificandone ruoli e prospettive strategiche di servizio, a partire dal potenziamento delle infrastrutture collaterali. Occorre un lavoro serio e una programmazione degli interventi di qualità miranti ad obiettivi importanti, finalizzati a preparare il terreno per accelerare i sistemi di collegamento attraverso un piano di sviluppo intermodale.
Le logiche contorte, dettate da anni di annunci, ora non stanno più in piedi. A fronte di un porto che starebbe vivendo alla giornata, afflitto da traffici dirottati, perdite di linee di navigazione, esuberi e licenziamenti, la reazione deve essere corale e determinata. Purtroppo, i movimenti all’interno dell’ hub hanno toccato il minimo storico ed il porto sta lentamente perdendo terreno, vivendo, ormai dal lontano 2011, un costante stato di crisi oggi aggravato da un vertiginoso calo dei volumi di contenitori movimentati. È finito il tempo delle promesse. Basta parole! Se l’Italia non fosse disorientata, ma fosse un Paese dignitoso e unito, oggi, proprio sulla vicenda Gioia Tauro, dovrebbe dare l’aut auto al Governo Renzi ed all’insieme di forze che lo sorreggono”.