Inizio a chiedermi se Urbani e Scura abbiano capito di essere stati mandati in Calabria per sanare il debito sanitario calabrese e non le finanze dei propri soci, amici, consulenti di fiducia, rappresentanti di categoria e società di revisione contabile. Una domanda che torno a pormi all’indomani dell’ultima costosa consulenza affidata, certamente per meriti, all’avvocato romano Massimiliano Passi, un nome non certo nuovo al subcommissario Urbani, e che mi ero già posto a seguito di opache operazioni avallate da Kpmg e di ristrutturazioni varie del debito.
Se fossimo maliziosi, ci sarebbe da pensare che i due commissari stiano utilizzando il loro ruolo in maniera assolutamente autoreferenziale, travalicando quelle che sono le funzioni pubbliche a loro affidate, sfruttando la nomina fiduciaria di Matteo Renzi per foraggiare i propri amici, romani e non solo, e continuando così a saccheggiare le risorse destinate alla sanità calabrese a discapito della salute dei cittadini e dei servizi a loro destinati. Se fossimo maliziosi.
Certo, anche i più ingenui staranno però notando che le nomine di questi mesi non hanno prodotto molti risultati ‘di pubblica utilità’. Prova ne sono le odierne dimissioni del consulente d’oro, Pietro Evangelista, chiamato dal commissario Scura a riordinare i bilanci dell’Asp di Reggio Calabria per la modica cifra di 600 euro giornaliere e che dopo soli tre mesi di lavoro, oltre alle dimissioni, ha presentato fatture per 10.000 euro ed altre ancora pare ne debbano arrivare. Al momento non è dato sapere quali siano i risultati raggiunti da compensare e cosa lo abbia portato ad improvvise dimissioni, se non direttamente lui, ci aspettiamo che almeno il commissario Scura ci dia notizia su come i calabresi abbiano, loro malgrado, speso queste ulteriori risorse.
Pare impossibile, a questo punto, non rilevare il totale fallimento dell’azione fin qui messa in campo dal duo Urbani-Scura e mi riterrei connivente se non ne denunciassi pubblicamente la scarsa operatività nel raggiungimento dell’obiettivo che sono stati chiamati a conseguire. Il sistema clientelare e corporativo che alimentano con le loro scelte spregiudicate indebolisce l’azione di rinnovamento messa in campo dal presidente Oliverio, in piena condivisione con il premier Renzi, volta a erogare un servizio pubblico sanitario che vada incontro ai bisogni dei pazienti e non ad esclusivo interesse di imprese, fornitori, federazioni amiche, società di servizi contabili e quant’altro.
Davanti ad un pericoloso aumento del debito sanitario e alla drammatica riduzione dei servizi erogati non possiamo che chiedere a gran voce la rimozione di Urbani e Scura dal ruolo ricoperto.
Sebi Romeo, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale