Ai Dirigenti, ai Docenti, al Personale ATA, agli Alunni e Studenti di ogni ordine e grado della nostra Diocesi, all’inizio del nuovo Anno Scolastico giunga un affettuoso augurio di felice inizio e sereno proseguimento nei prossimi mesi che, come l’avvicendarsi delle stagioni, conosceranno il tempo faticoso della semina e la gioia pura del raccolto ricco. Una “buona scuola” è stata la prospettiva che, nel corso del passato anno, ha visto coinvolto la base degli italiani interpellati e i vertici governativi per una carta da servire al cambiamento in meglio della Scuola nella nostra Nazione. Siano stati recepiti in tutto o in parte, ci si trovi in accordo o distanti da quanto varato, siano andate accolte o meno le aspettative, i problemi insorti – penso alla distanza tra i nuclei familiari – e altro sono esiti comuni a tutte le riforme dalle fasi di progetto a quelle di attuazione. Tra esperienze e pratiche insorgono nuove esigenze e, così, riparte la mai smessa opera di perfezionamento. Al di là di tutto, resta una volontà e un desiderio migliorativo a fronte di situazioni di disagio. Le norme – che pur devono esserci in uno stato sociale – da sole, tuttavia, non bastano. Una “buona scuola” indica una qualità positiva da tutti desiderata e retta da regole comuni, affinché sia tale occorre, tuttavia, una inversione di marcia per la direzione giusta. È la “scuola buona” a cui bisogna tendere. Ma questo esige impegno personale, quotidiano e costante, volontario e non delegabile. Una “scuola buona” è una palestra dove ci si allena ogni giorno per dare il meglio di sé in un comportamento virtuoso che fa della volontà e della pratica di essere buoni un punto fermo. Nessuno può ritenersene esente: dai docenti ai discenti ognuno deve impegnarsi a come essere buono, eliminando in partenza ogni motivo di confronto e di conti da pareggiare perché, in modo presunto o reale, l’altro non lo meriterebbe, come tante volte capita di osservare. Il mio “essere buono” non è sconto o debolezza per chi si presenta prepotente (per cui non dovrei fare la figura dell’arrendevole) o è portatore di limiti (per cui concedo un po’ di altruismo). È, piuttosto, sguardo benevolo e rapporto che sempre cerca la pace in vista di un clima costruttivo di serenità. I nostri ambienti scolastici han bisogno di questo “tirocinio del buono”, sulla base di una cultura che si acquisisce e nasce giorno dopo giorno che, mentre arricchisce la mente, affina il nostro stile di amore e comprensione dell’altro. La violenza a scuola – quale siano le forme che assume (discriminazioni e preferenze, bullismo, cattiverie costruite, desiderio e volontà di veder soffrire l’altro) –, se non assorbita, è una miniera delle più innaturali per la violenza sociale. Così non può, non deve essere.
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Il “buono” non è figlio di papà “buonismo” e di mamma “scemenza”, ma erede della più potente famiglia che ha come capostipite l’amore e come parenti stretti la pazienza dei forti, che è intelligenza vera. Ogni giorno un esercizio di bontà perché sia un buon giorno e un giorno buono per sé e per gli altri. Un pensiero ora particolare agli studenti. Una “Scuola buona” è sinonimo di “buone prassi” programmate e realizzate per raggiungere quelle “competenze esistenziali” che renderà “discenti” di oggi, i “protagonisti” della storia futura del Nostro Paese. Non solo: dove domani metterete in atto tutto ciò che con il Vostro impegno e attraverso le Vostre “abilità” acquisirete grazie alle “conoscenze” che nei prossimi mesi apprenderete tra quei banchi, in quelle aule e palestre che Vi hanno atteso per tutta l’estate, fiorirà una primavera di eccellenze. I prati della bontà sono sempre più belli delle foreste impenetrabili del male. Il sole che avrete atteso più volte albeggiare in questi mesi estivi – e, forse, poche volte tramontare – dovrà ora splendere dentro di Voi provocandovi quella sete di “sapere i saperi” che Vi rendono sempre più cittadini consapevoli, responsabili e sempre più aperti “all’altro” e “verso gli altri”. Tra le tante novità della “buona scuola” in quest’anno passerete dal POF (Piano dell’Offerta Formativa) al PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), fate in modo che questo diventi per Voi anche il tempo consapevole del “Prepariamoci Tutti all’Operare Fattivamente”…! Mi son permesso di parteciparvi questi pensieri, forte della bellissima esperienza fatta lo scorso anno in quasi tutti gli Istituti scolastici del nostro territorio. Mi restano indimenticabili le mattinate trascorse insieme, accolto con grande cordialità da tutte le componenti scolastiche frutto evidente di una esplicita volontà di continuare quella collaborazione avviata due anni fa tra Scuola e Chiesa. Ne confermo pubblico ringraziamento ai Dirigenti e ai Docenti che hanno saputo coinvolgere ragazzi e giovani con un entusiasmo contagioso e promettente per il futuro. Se – come già d’intesa a fine dello scorso anno, nell’incontro di verifica – potremo continuare anche in quello che si apre, insieme ci aiuteranno a trovare e sostenere le vie del bene per una buona scuola che, così, può diventare una scuola buona. Un cordiale saluto a tutti e, speriamo, a presto rivederci.
Francesco MILITO Vescovo