SUL: siamo chido fisso del dirigente della CISL Giuseppe Falcone

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Ci dispiace notare che il SUL è diventato un chiodo fisso del dirigente della CISL, Giuseppe Falcone, tanto da farlo esondare dal suo compito sindacale e rispondere anche a nome dell’Amministrazione Comunale su alcune questioni che abbiamo posto.

 

            È ora di fare chiarezza, anche perchè è diventato ormai insopportabile sentir dire che il SUL non ha titolo a parlare perchè non ha firmato il contratto e, quindi, deve essere abbandonato dai lavoratori assieme alle questioni che pone. Si usa la tattica di propaganda di Goebells di ripetere all’infinito una menzogna finchè tanti la assumono come realtà. Il famoso detto: “diffamate, diffamate, qualcosa resterà”.

 

            In primo luogo è falsa l’affermazione che il SUL non è firmatario del Contratto e, pertanto, è giusta l’esclusione dai tavoli di trattativa oltre che, a sentire il Falcone, dai diritti di rappresentanza dei lavoratori, dal diritto di informazione del personale, dal diritto d’assemblea. Una visione della democrazia illuminante, fatta di sottrazione del diritto e della possibilità dei lavoratori di esprimere le proprie posizioni ed idee anche in sede vertenziale e contrattuale. L’affermazione del Falcone è falsa perchè il SUL ha sottoscritto per adesione il contratto per i lavoratori degli Enti Locali con comunicazione di regolare all’ARAN ed al CNEL. Questa prassi di firma successiva ha riguardato e riguarda anche altri sindacati (quelli grandi, potenti e confederali) che hanno apposto  o non hanno mai apposto la firma sui contratti. Eppure sono ai tavoli senza le vibrate proteste di Falcone.

 

            Inoltre prendiamo atto che Falcone, da fine giurista, esprime un autorevole parere, del quale terremo il debito conto, sul nostro possibile ricorso alla Magistratura per atteggiamento antisindacale del Comune di Reggio Calabria. Però Falcone dimentica o trascura che sull’argomento del diritto di rappresentanza esiste un importante pronunciamento della Corte Costituzionale nel quale si sentenzia che è preminente l’effettiva rappresentanza dell’organizzazione sindacale, anche laddove ci si trovi dinnanzi a sindacati non firmatari di contratto. Che il SUL sia rappresentativo al Comune di Reggio Calabria è evidente, e lo sanno pure le pietre, grazie al suffraggio ottenuto nelle elezioni RSU (24% – 195 voti ricevuti – secondo sindacato per consensi ricevuti). Ma Falcone non si limita a provare ad escludere il SUL, ma chiede ed ottiene di escludere anche altri sindacati (CGIL, UIL, CSA, DICCAP-SULPM) che hanno ottenuto voti e rappresentanza e sono anche firmatari di contratto. E poi Falcone, nella sua qualità di dirigente CISL, dovrebbe sapere che ci sono, in questa Provincia, contrattazioni aziendali dei dipendenti comunali nelle quali la firma della CISL risulta apposta assieme a quella del SUL. Distrazione.

 

            Su tutto ciò che abbiamo affermato in premessa possiamo fornire prova documentale.

 

            Infine sul merito di alcune cosarelle.

 

            Ufficio personale della Polizia Municipale: le considerazioni potrebbero valere per ogni luogo di lavoro dei dipendenti comunali. Se un dipendente sbaglia ad utilizzare il cartellino cosa succede? Esattamente quello che succede a tutti gli altri dipendenti fuori dal corpo di P.M., cioè fa una mail e comunica l’errore. Nulla di impossibile, insomma. Ma, mettiamo che il Falcone abbia ragione, per equità di trattamento fra tutti i dipendenti comunali non dovremmo chiedere di istituire una quindicina di uffici del personale? O deve restarne solo uno al comando, e perchè?

 

            Indennità di vigilanza: rinunciamo all’ORRENDA interpretazione ed accogliamo pienamente la MERAVIGLIOSA interpretazione del Falcone. Ci si permetta una sola domanda: visto che ci sono dipendenti comunali in forza alla Polizia Municipale a cui non viene riconosciuta l’indennità e visto che ad alcuni si stanno trattenendo somme perchè si sostiene che la medesima indennità non competeva, cosa ha finora fatto il Falcone per sostenere ed inverare la sua  MERAVIGLIOSA interpretazione? Ricordiamo che il Falcone ora è coordinatore provinciale CISL di settore e nel recente passato, mentre si compiva il misfatto, è stato coordinatore delle RSU comunali eletto nelle fila dei COBAS. La famosa parabola di chi nasce piromane e cresce pompiere. Quindi, Falcone, chiediamo l’estensione dell’indennità a tutti? Vuoi farlo tu, così te ne ascrivi il merito? Benissimo, attendiamo frementi.

 

            Riguardo al regolamento per il porto dell’arma ci siamo limitati ad osservazioni di puro buon senso, accompagnate da una certa conoscenza delle norme. A quanto ci risulta siamo stati gli unici ad avanzare proposte di modifica. Vuol dire che ad altri sta bene così, ovvero che ci siamo vigili disarmati in servizio esterno, nessun controllo medico sui dipendenti che hanno in possesso armi e via dicendo. A noi non va proprio bene per la tutela dei vigili e per la salvaguardia dei cittadini.

 

            In conclusione. Sarebbe il caso che si badasse agli interessi legittimi dei lavoratori e non alle beghe senza costrutto. Noi non indietreggeremo rispetto ai diritti sacrosanti dei lavoratori e nemmeno riguardo al diritto del SUL di rappresentarli. Se occorre andremo al Giudice del Lavoro contro chiunque, amministrazione o azienda. Pensiamo che se colpiamo anche una sola manifestazione di discriminazione e di comportamento antisindacale altre cento controparti impareranno la lezione. I tribunali sono lì. Lì c’è la giustizia del Lavoro, quella Civile e la Procura della Repubblica e noi possiamo decidere in qualsiasi momento e per le ragioni opportune di accedere alla Giustizia.

 

             Infine, vista la giornata particolare viene da dire:”cu terremotu, cu guerra e cu paci sta lotta si fici, sta lotta si faci. Falcone se ne faccia una ragione.

 

 

 

 

                                                                                  p. SUL

                                                                                  ALDO LIBRI

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