“Urge, tra gli interventi da attuare, anche l’introduzione di una normativa che stabilisca precisi limiti allo sfruttamento del suolo in favore dell’agricoltura e dell’ambiente, contro il trend negativo dell’abbandono delle aree agricole e dell’aumento vertiginoso delle zone edificate che produce gravi ripercussioni sull’equilibrio idrogeologico di un territorio particolarmente vulnerabile, oggi fortemente a rischio, come dimostrano peraltro, i recenti episodi che hanno colpito duramente l’Alto Jonio Cosentino, e specie, i Comuni di Rossano e Corigliano”.
Partendo da questa premessa, il consigliere regionale Domenico Battaglia (primo firmatario) ha riproposto, assieme ai consiglieri Aieta, Bevacqua e Mirabello, il progetto di legge dal titolo “Disposizioni concernenti norme per il contenimento del consumo di suolo agricolo”, “accogliendo l’accorato appello delle associazioni di categoria, dei sindacati confederali e di Legambiente”.
“Si tratta – ricorda l’esponente del Pd – di un testo già licenziato nella scorsa legislatura, il 10 aprile 2014, dalla IV Commissione consiliare, in seguito ad una proposta normativa depositata dai consiglieri Giordano e Gallo, ma poi non convertita in legge dal Consiglio regionale”.
Secondo Battaglia “tale provvedimento si pone in linea con le vocazioni più autentiche della Calabria che annovera fra le sue maggiori potenzialità il paesaggio, le ricchezze naturalistiche, la biodiversità e che vede nell’agricoltura e nel turismo la scommessa della nostra regione per lo sviluppo ed il progresso. La corretta gestione del suolo, dunque, rappresenta la premessa imprescindibile per immaginare e concretizzare efficaci e virtuose politiche territoriali e per preservare l’ambiente dalla cementificazione selvaggia che costituisce la principale causa del dissesto idrogeologico del nostro territorio”.
“Eppure, ogni giorno, in Italia si consumano più di 100 ettari di suolo, una tendenza che, dagli anni ‘70 a oggi, ha fatto registrare la perdita di 5 milioni di ettari di terreno agricolo. Questa progressiva contrazione delle aree agricole – spiega Battaglia – discende dall’abbandono delle terre coltivabili e dall’aumento delle aree edificate specie nei siti pianeggianti (aree costiere, frange urbane, pianure) che sono anche i più adatti all’uso della coltivazione. Analizzando le cifre relative al nostro territorio, negli ultimi 30 anni, secondo uno studio della Coldiretti su dati Istat, la Calabria ha perso il 23,9 % della propria Superficie Agricola Utilizzata (SAU), prima tra le regioni del Sud e sopra la media nazionale che è del 18,8%”.
“Ci auguriamo che il testo di legge venga licenziato al più presto da questo Consiglio regionale anche in omaggio alla normativa comunitaria che dà particolare risalto e centralità all’ambiente e alla biodiversità”.