“Non cada l’oblio sui 65 lavoratori dei punti vendita Simply oggi in stato di agitazione davanti la Prefettura di Reggio Calabria. Venga istituito, il prima possibile, un tavolo tecnico con il Procuratore della Repubblica, il Presidente del Tribunale, il Giudice per le misure di prevenzione, i due amministratori giudiziari Aricò e Occhiuto ed i sindacati”. Lo sostiene il capogruppo de La Sinistra in Consiglio regionale Giovanni Nucera che “assieme a Demetrio Delfino, presidente del Consiglio comunale”, dà il proprio sostegno a questi lavoratori. Spiega Nucera: “Lo sciopero è stato indetto dalla UILTuCS e dalla sua segretaria provinciale Sabrina De Stefano a causa della grave situazione di crisi e di disagio che stanno vivendo da mesi i dipendenti della Sgs group, situazione drammatica denunciata anche dal SUL tramite il coordinatore provinciale Aldo Libri. Dopo mesi di totale chiusura e sordità da parte dei curatori giudiziari, oggi alcuni rappresentati dei lavoratori e dei sindacati sono stati accolti in Prefettura. Ricordiamo – puntualizza Nucera – che l’azienda si trova in amministrazione giudiziaria dall’estate del 2012 e diversi sono i punti vendita Simply che sono stati chiusi; lo stesso destino si affaccia per i punti vendita di viale Aldo Moro, Armacà e Sbarre. Molti i dipendenti che vantano arretrati per otto mensilità – da febbraio a luglio più tredicesima e quattordicesima – e altri sono in mobilità senza aver goduto degli arretrati e senza aver ricevuto il TFR. A questo si aggiunge lo sdegno per essere stati finora inascoltati, come sostengono Pietro Paolo Molina, coordinatore sportello H del Sindacato Unitario Lavoratori, e Rocco Basile, direttore punto vendita di Aldo Moro. Il lavoro è un diritto, non è merce: così asseriscono i dipendenti. Lavoratori che, nonostante le difficoltà economiche e psicologiche, l’umiliazione di venir messi da parte e di non sapere come sostenere le proprie famiglie, hanno continuato a lavorare con spirito di sacrificio e accettando qualsiasi compromesso fino alla chiusura dei punti vendita. Sarebbe gravissimo per la Calabria – conclude Nucera – che altre risorse umane venissero perdute andando a ingrossare le fila dei tanti, troppi disoccupati e delle famiglie in difficoltà”.
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